All’asta o destinati a finire all’estero: gli 007 dell’arte salvano 10 capolavori

Acquisti coatti o prelazioni, così la Direzione musei ha scovato opere per un milione. C’è anche un uovo di dinosauro

In basso a sinistra un bozzetto di Veronesi della serie di quelli recuperati

In basso a sinistra un bozzetto di Veronesi della serie di quelli recuperati

Milano -  Stavolta la caccia ai "tesori" pronti a volare all’estero, per finire nei salotti di ricchi collezionisti o nei patrimoni dei musei, ha dato i suoi frutti e il colpo grosso, uno dei primi, l’ha fatto la Lombardia. Per ora. Sono tre i pezzi di grande valore (ma in tutto una decina compresi i minori per un totale di circa un milione e 23 mila euro) che - grazie alla sinergia tra le articolazioni centrali del Mic, la Direzione Regionale Musei della Lombardia e le istituzioni del territorio - sono andati ad arricchire le collezioni di alcuni musei lombardi: Ritratto di gentiluomo di Fra’ Galgario, in esposizione all’Accademia Carrara di Bergamo, sei tempere di Luigi Veronesi (Il soldato, la Ballerina, Il diavolo) assegnate al museo del ’900 a Milano e la Suite da salotto di Carlo Mollino per Casa Albonico affidata al Museo del Design italiano della Triennale. Sarà oggetto di una mostra attesissima, ai primi di settembre. Anche in questo caso erano già pronte le pratiche per trasferire il prezioso carico fuori dall’Italia.

«Correttamente l’ufficio esportazione di Milano ha promosso controlli minuziosi, compreso il valore degli arredi e allertato il Ministero per un possibile acquisto. Una volta deciso a favore della Direzione regionale musei della Lombardia è stato chiesto alla Triennale di accogliere questo insieme di Mollino - il più ricco in una collezione pubblica italiana- in un comodato a lungo termine. Questa è una best practice nella tutela del "patrimonio" che ne esalta il carattere pubblico, indipendentemente dall’appartenenza giuridica", spiega Emanuela Daffra, responsabile della Direzione regionale dalla quale dipendono i 12 Musei statali lombardi non dotati di autonomia, Cenacolo compreso.

Con "effetti virtuosi" perchè si rinsaldano i rapporti anche fra musei e istituzioni differenti. Un sistema che ha cominciato a funzionare da un paio d’anni. Lo Stato acquista le opere e le affida alle Direzioni Regionali Musei. Queste ultime, se non sono in grado di offrire collocazioni adeguate dal punto di vista culturale, drizzando bene le antenne, provvedono a depositarli seguendo criteri precisi, e non solo in musei statali. Perchè quello che conta è garantire la "fruizione" ad un pubblico largo, nel luogo più opportuno per spiegare quegli oggetti .

Lo Stato in questi casi ha deciso di acquisire o in esportazione, come acquisto coattivo, o esercitando la prelazione. Come per la storia, curiosissima, dell’uovo di un uccello estinto di origine preistorica, l’Aepyornis Maximus che è destinato al Museo di Storia Naturale di Milano. Il proprietario voleva esportarlo, forse aveva già intavolato una interessante trattativa con qualche acquirente oltreoceano, ma dopo aver chiesto un parere (prassi) agli uffici competenti s’è visto sbarrare la strada. Gli ispettori si sono incuriositi, hanno preso carta e penna e chiesto lumi direttamente al museo. Morale? Si tratta di un’autentica rarità in quanto si conoscono solo 78 esemplari al mondo; solo 3 in pubbliche raccolte in Italia. «Entrò nel nostro paese nel 1889 provenendo dal Madagascar, grazie al rapporto di collaborazione tra gli studiosi ed esploratori Eliseo Pelagaud e il ligure Giovanni Cappellini. Le uova di questo animale, estint nel Settecento e detto per la sua grandezza “uccello-elefante”, sono le più grandi mai prodotte da essere vivente. Il nostro esemplare inoltre non è mai stato manipolato né restaurato, mostrandosi del tutto integro e originale", aggiunge Daffra. E finirà in una bella teca, nel posto più adatto per essere studiato e ammirato.

Invece al Castello Sforzesco di Milano è stata assegnata (e già esposta) una Cornice (con dipinto orientalista) di Carlo Bugatti (Milano 1856 – Molsheim 1940) in legno di noce ebanizzato. Bugatti è stato un raffinato designer e i suoi pezzi si trovano nei musei più prestigiosi del mondo (compreso il Musee D’Orsay a Parigi) e la scelta di inviarlo al Castello va nella direzione di un arricchimento importante della sezione che non lo rappresentava adeguatamente; un Autoritratto con guanti neri di Antonio Mancini (1910 olio su tela) e Figura di giovane andrà alla Galleria di Arte Moderna di Milano; un Ritratto del pittore bergamasco Carlo Ferrari di Cesare Tallone è stato depositato presso l’Accademia Carrara di Bergamo. Finalmente è custodita nel Gabinetto Numismatico e Medagliere del Comune una moneta della Zecca di Firenze che ha da un lato effige del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena e dall’altro stemma coronato sovrapposto alla Croce di Santo Stefano.

A Pavia, nei Musei civici, giungerà invece il Ritratto di Giovanni Alessandro Brambilla (1728-1800), celebre chirurgo presso il San Matteo di Pavia prima di diventare medico personale dell’imperatore Giuseppe II , a Vienna. Infine, torna a Brescia, nel Complesso museale di Santa Giulia, il Martirio di Santa Giulia di Sante Cattaneo, che in origine ornava uno degli altari di quella chiesa. "Facciamo così crescere tutti i nostri musei. Per il futuro, oltre che implementare le collezioni, un compito importante sarà quello di non far scappare i giovani che a sorpresa sono molto cresciuti, soprattutto nella fascia 18-25 anni, tra i visitatori dei musei. E’ un dato generale, di cui faccio un solo esempio: nel Castello di Sirmione sono passati dall’8% del 2019 al 20% di quest’anno! Ora abbiamo questi ragazzi che si stanno avvicinando , coltiviamoli, per farli diventare abitatori costanti dei nostri luoghi".