Trent’anni fa la prima Guerra del Golfo: che fine hanno fatto Cocciolone e Bellini?

La notte tra il 16 e il 17 gennaio 1991 scattava l'operazione Desert Storm. Il giorno dopo fu abbattuto l'aereo dei due piloti italiani, tenuti prigionieri per tutto il conflitto

Maurizio Cocciolone e Gianmarco Bellini ai tempi della guerra del Golfo

Maurizio Cocciolone e Gianmarco Bellini ai tempi della guerra del Golfo

Milano, 16 gennaio 2020 - Esattamente 30 anni fa, la notte fra il 16 e il 17 gennaio 1991, scattava l'operazione Desert Storm: una coalizione di 35 Paesi guidati dagli Stati Uniti di George Bush senior muovevano guerra all'Iraq di Saddam Hussein, dando di fatto il via alla guerra del Golfo. 

I bombardamenti

Le operazioni belliche nel Golfo persico andavano avanti da qualche tempo, dopo che il 2 agosto dell'anno precedente l'Iraq aveva invaso il piccolo emirato del Kuwait, ricco di petrolio, ma i bombardamenti scattarono la notte di trent'anni fa, sotto l'egida dell'Onu, una volta scaduto l'ultimatum internazionale a Saddam Hussein, al quale era stato intimato di ritirare le truppe dal Kuwait. La guerra del Golfo, la più imponente operazione militare internazionale dalla Seconda guerra mondiale, colpì in modo particolare l'opinione pubblica perché fu il primo conflitto "in diretta televisiva". Le immagini della Cnn, con i bagliori verdi della contraera sullo sfondo nero della notte, entrarono nelle case di milioni di persone in tutto il mondo.

L'aereo italiano abbattuto

In Italia il ricordo della guerra del Golfo è legato anche alla vicenda di Gianmarco Bellini e Maurizio Cocciolone, piloti dell'Aeronautica militare abbattuti e catturati la notte tra il 17 e il 18 gennaio, secondo giorno di guerra. Restarono nelle mani delle truppe irachene per tutta la durata del conflitto, fino al 3 marzo: 47 giorni di prigionia, vissuti separatamente, in cui subirono anche pestaggitorture. A bordo del loro Tornado, i due piloti italiani furono gli unici del loro squadrone a riuscire a effettuare rifornimento in volo nonostante le difficili condizioni atmosferiche, proseguendo quindi la missione in solitaria (a Bellini fu poi assegnata la Medaglia d'argento al valor militare). Il caccia venne però colpito dalla contraera irachena e i due piloti, lanciatisi col paracadute, catturati dalle truppe di Saddam. Di loro non si seppe nulla per due giorni, fino a quando il 20 gennaio la tv irachena mostrò un gruppo di piloti fra cui Cocciolone col volto visibilmente tumefatto. Di Bellini, invece, non si ebbero notizie per diversi giorni.

Bellini e Cocciolone oggi

Gianmarco Bellini (62 anni), ritiratosi dal servizio attivo nel 2021 con il grado di generale di brigata aera, oggi vive negli Stati Uniti, a Virginia Beach, dove ha aperto un ristorante di cucina italiana. Nel 2015 il ministero degli Esteri lo ha nominato console onorario d'Italia a Norfolk in Virginia. Maurizio Cocciolone (60 anni) è stato invece congedato nel 2017 per raggiungimento dell'età pensionabile, dopo aver preso parte a operazioni militari nell'ex Jugoslavia e in Afghanistan. Vive a Roma con la famiglia