Andrea Costantino, trader milanese bloccato da Abu Dhabi: "Aiutatemi! Ho perso 30 chili"

Il terribile racconto e le foto dell'imprenditore "prigioniero" di una stanza 4 metri per 4 nell'ambasciata italiana. Per lasciare il Paese deve pagare una cauzione di 550mila dollari, che non ha

Andrea Costantino prima e dopo l'arresto

Andrea Costantino prima e dopo l'arresto

Una stanza da 16 metri quadri. Con un letto, un fornellino, un tavolino e una sedia lurida. È l’universo "striminzito" in cui si muove Andrea Costantino. L’imprenditore e trader milanese si trova in questo momento in una dependance dell’ambasciata italiana ad Abu Dhabi.

L’uomo che ha 50 anni era stato arrestato il 21 marzo del 2021 in un hotel a Dubai dove era con la moglie e la figlia per qualche giorno di relax. Accusato di collaborazione con il terrorismo, ha poi trascorso 15 mesi in una cella di massima sicurezza nel penitenziario di Al Wathba: dormiva per terra in uno stanzone con altri detenuti ed è pure stato morso su un tallone da un topo.

Il piccolo gabinetto nella stanza di Andrea Costantino
Il piccolo gabinetto nella stanza di Andrea Costantino

Poi il 30 maggio il procuratore generale di Abu Dabhi ha ordinato la sua scarcerazione, collegando la scelta a "maggiori interessi di Stato e della Nazione". Ma Costantino non è comunque riuscito a tornare in Italia: la Corte del Paese arabo lo ha condannato a una pena pecuniaria di 550mila euro, condizione minima per lasciare gli Emirati.

Soldi però che sono fuori dalla sua disponibilità finanziaria, avendogli bloccato la società e trovandosi senza lavoro.

Il cucinino di Alessandro Costantino nell'ambasciata
Il cucinino di Alessandro Costantino nell'ambasciata

Da ieri ha iniziato uno sciopero della fame: "Mi sento totalmente abbandonato dalle istituzioni, con l’unica eccezione di Luigi Maria Vignali, il direttore generale della Farnesina che sento costantemente. Mi appello al presidente Mattarella perché faccia finire quest’incubo. Sono quasi 18 mesi che non posso riabbracciare la mia compagna e i miei due figli".

La più piccola ha 5 anni, il più grande ne compie 12, proprio oggi. Ed è proprio la lontananza dalla sua famiglia "lo strazio più grande, quello che mi fa male al cuore" dice il trader.

Dove si trova in questo momento?

"Dove passo quasi tutto il mio tempo. In una stanza che misura 4 metri per 4 dentro l’ambasciata italiana di Abu Dhabi».

La sua giornata tipo?

"Sveglia alle 6 del mattino. Faccio un’ora di nuoto nella piccola piscina che si trova nel giardino della residenza dell’ambasciatore, percorrendo 200 volte avanti e indietro i 9 metri di corsia. Poi rientro nella mia stanza e mi siedo su una sedia d’ufficio un po’ sporca. Non ho il televisore. Mi sono comprato un cellulare per leggere le notizie online ma il wifi funziona ad intermittenza. Due persone dell’ambasciata hanno avuto la gentilezza di portarmi qualche libro. Un saggio di William Dalrymple, un giallo di David Lagercrantz e la Svastica sul Sole di Philip K. Dick che sto divorando. Sono un credente e prego molto, guardando le immagini di Gesù, la Madonna e Padre Pio sulla mia scrivania".

Il letto di Andrea Costantino nell'ambasciata
Il letto di Andrea Costantino nell'ambasciata

C’è qualcuno che le porta i pasti?

"No, me li cucino da solo sul fornelletto da campeggio, facendo la spesa online con la carta di credito di mio padre. Mangio pasta, fagioli in scatola, pomodoro e cetrioli. Solo una volta mi sono comprato la Nutella perché c’era lo sconto al discount. Ma niente carne, costa troppo".

Andrea Costantino dopo mesi di prigionia ad Abu Dhabi
Andrea Costantino dopo mesi di prigionia ad Abu Dhabi

In generale come si sente?

"Da un punto di vista di salute non sto molto bene. In carcere ho perso più di 30 chili: ero arrivato a 56, io che sono alto 1 metro e 75 e ho sempre pesato 86 chilogrammi. Sono deperito non perché non mangiassi ma perché divorato dall’ansia. Succede a chi si trova in carcere da innocente".

Come si immagina il suo futuro?

"Voglio tornare in Italia al più presto. Ma non posso fare nulla per accelerare il mio ritorno. Al di là di come finisce questa storia so che non sarà semplice ricominciare. Un trader vive di reputazione. E la mia è stata rovinata da una vicenda di natura politica".