Agrate, è nata una nuova Star: stabilimento 4.0 e la produzione si allarga

Il rilancio dopo il declino

Presentazione delle nuove strutture produttive Star

Presentazione delle nuove strutture produttive Star

Agrate Brianza (Monza), 11 maggio 2018 - «Inizia una nuova era». Star punta sullo sviluppo e sui lavoratori. Ieri, la posa della prima pietra della nuova fabbrica ad Agrate Brianza, pronta entro fine anno. Protagonista, la produzione di brodo liquido che trasloca dalla Spagna. Una svolta epocale per lo stabilimento alle porte di Monza reduce da un lungo declino. La strategia degli spagnoli di Gbfoods, la società che controlla lo storico marchio dell’agroalimentare italiano, è cambiata. «Grazie al piano Industria 4.0 – sottolinea il direttore Josep Maria Vila – certe iniziative sono rivoluzionarie».

È la prima volta dopo 20 anni che nel sito di via Matteotti «si parla di crescita», dicono Matteo Casiraghi della Flai-Cgil e Paolo Castiglioni della Uila-Uil. La svolta nasce dall’ennesimo annuncio di esuberi, nel 2016. Una trentina di operai da tagliare sui 190 superstiti dei tempi che furono. Quelli in cui l’azienda contava 3.500 dipendenti. Dalla dieta al rilancio si è arrivati grazie a un complicato lavoro di cesello da entrambe le parti, non privo di momenti di tensione. Poche ore fa il suggello del nuovo patto che «aprirà una stagione diversa», promettono i manager. La prima conferma che il vento è cambiato arriva da Ester Montserrat, da settembre alla guida dell’insediamento brianzolo, «nessuno perderà il posto», assicura. È più cauta sul fronte di nuove assunzioni. «Dipendono da tanti fattori».

Primo fra tutti il posizionamento sul mercato dei prodotti che sono già i più venduti in Italia e vanno forte anche in Olanda, Spagna e Russia. Insaporitori e infusi che escono dal cuore del Vimercatese e finiscono sulle tavole dei quattro paesi. I numeri confermano le potenzialità: brodo liquido + 80%, leader; gran ragù +45%, leader; pesto +35%, leader. Josep Barbena, direttore generale di Star, li elenca con orgoglio. «Sono la migliore garanzia che possiamo incrementare ancora». Come? «Portando un secondo prodotto nelle case degli italiani. Oggi ce n’è uno in ciascuna dei 26 milioni di famiglie del Paese». I dirigenti spiegano e sullo schermo un simulatore mostra lo stabilimento in costruzione. Reparti, linee, uffici, open-space. Forme squadrate e luce hanno guidato l’architettura che darà forma al futuro. «Dentro, però, ci sarà la vera forza del marchio: i lavoratori».

La voce della direttrice tradisce emozione quando parla dell’ingrediente più importante: gli operai, i tecnici, i ricercatori che «hanno reso possibile un successo lungo 70 anni. E siamo pronti a scriverne altrettanti». Applausi e orgoglio per un giorno che verrà ricordato con un pannello bianco ideato per l’occasione, da riempire con le firme di chi ogni giorno timbra il cartellino. Le prime a metterla sono state Anna Nuzzi e Valentina Abbruzzese. Due donne, la dipendente più anziana e la più giovane. Anna è sulle macchine dal 1977, Valentina è arrivata in laboratorio fresca di laurea due anni fa.