Ferragni semi-nuda su Instagram, il garante: adesso basta. Stretta e controlli sui post degli influencer

Il Garante delle comunicazioni lancia la consultazione pubblica. "Tutelare i minori". Si va verso un regolamento al quale debbano attenersi ogni volta che propongono un contenuto sui social

Chiara Ferragni con Fedez tra i fans

Chiara Ferragni con Fedez tra i fans

Milano – Tre giorni fa è stata un’undicenne a costringere la più nota influencer italiana ad interrogarsi sul senso e sull’impatto delle fotografie pubblicate sui propri canali social e a darne pubbliche spiegazioni. L’influencer in questione è, manco a dirlo, Chiara Ferragni, e la foto alla quale si fa riferimento è un selfie in sleep davanti allo specchio: abbastanza perché i suoi follower – un esercito di 29,3 milioni di persone – possano apprezzarla da ogni lato. Giulia, però, non ne ha trovato alcuno di interessante e non si è astenuta dal farglielo presente: "Qual è il messaggio per noi ragazzine? Che per farci notare dobbiamo metterci nude? Io non lo trovo un bel messaggio da mandare". Questo il commento postato sotto il selfie della Ferragni.

Storia recente , anzi recentissima. Ora è l’Agcom a porsi il tema di quali messaggi possano diffondere gli influencer e, soprattutto, di come debbano diffonderli in un ambiente affollato di minorenni qual è quello dei social network. L’Autorità Garante delle Comunicazioni, infatti, vuole dare un inquadramento giuridico alla figura degli influencer – che oggi manca – e, da qui, stilare un regolamento al quale questi debbano attenersi ogni volta che propongono un contenuto sui social. L’obiettivo è tutelare prima di tutto i giovani e i giovanissimi, spesso più sensibili al fascino degli influencer e più inclini all’emulazione. Nel dettaglio, all’orizzonte c’è l’equiparazione degli influencer alle emittenti televisive in modo che siano tenuti a rispettare le stesse regole dei broadcaster soprattutto, meglio ripeterlo, a tutela degli internauti più giovani.

L’equiparazione non riguarderà tutti gli influencer ma i grandi influencer, proprio come la Ferragni, vale a dire: quelli che abbiano almeno un milione di follower. Il primo passo per approdare alla regolamentazione sarà l’approvazione di una consultazione pubblica alla quale saranno invitati tutti i professionisti della comunicazione e della rete che intendano dare i propri suggerimenti per la stesura del provvedimento.

L’approvazione della consultazione avverrà con ogni probabilità già oggi, il tema è infatti all’ordine del giorno della seduta odierna del Consiglio dell’Agcom, nel quale si legge: "Avvio della consultazione pubblica relativa all’inquadramento giuridico degli influencer e disposizioni applicabili".

Il caso Ferragni ha riproposto l’urgenza di un intervento in questo senso ma dall’Agcom sottolineano che il tema degli influencer era comparso già nell’ordine del giorno della seduta di Consiglio del 3 maggio – quindi prima del selfie’s mirror – sia pur con una formulazione in pieno burocratese. Ad ogni modo la consultazione durerà tra i 30 e i 45 giorni, come da prassi, e i primi risultati di questo lavoro si vedranno a settembre. A inquadramento avvenuto e a regole scritte, i trasgressori incorreranno in multe.

Ieri è stato Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, ad addentrarsi nel senso di questa iniziativa durante la presentazione, al Pirellone, del Protocollo d’intesa sottoscritto dal Corecom col Garante della Privacy per tutelare i minori quando sono on line. "Piaccia o no, gli influencer hanno ormai una funzione educativa e per il bene dei minori è necessario che ci sia un controllo sui contenuti che vengono veicolati e sul modo col quale vengono veicolati – ha scandito Capitanio –. Inquadrare giuridicamente gli influencer è importante perché sempre più spesso affrontano temi delicati come quello dell’alimentazione e, pur non essendo dei professionisti del settore, vengono assecondati ed emulati dai ragazzi. Spesso non si tratta neppure di giornalisti o di comunicatori professionisti.

Senza contare i casi in cui avvengono comunicazioni commerciali. La tutela dei minori, e dei cittadini in generale – conclude Capitanio –, impone una comunicazione etica, vera e deontologicamente seria, sempre nel rispetto delle libertà costituzionali di espressione e opinione. I mega influencer oggi sono paragonabili a canali televisivi. È lecito ipotizzare il rispetto dei principi che valgono per i media audiovisivi tradizionali. Agcom intende aprire un confronto su questo".