Giornata mondiale contro l'omobitransfobia: approvare subito Ddl Zan

Dalla lista delle malattie mentali al Ddl Zan: cosa è cambiato negli ultimi trent'anni

Omofobia, un dramma sociale ancora troppo diffuso nell'Italia del 2022

Omofobia, un dramma sociale ancora troppo diffuso nell'Italia del 2022

Il 17 maggio è la giornata internazionale contro omofobia, bifobia e transfobia. E la notizia è che nel 2021, forse mai come negli ultimi decenni, la ricorrenza di questa giornata è particolarmente sentita. Perché questa giornata si celebra proprio il 17 maggio? Perché il 17 maggio 1990 l'omosessualità è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali contenuta all'interno della classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall'Oms. L'Organizzazione mondiale della sanità, infatti, sino a quella data ha avuto nel proprio elenco di disturbi, devianze, malattie, ritardi, insomma di tutto ciò che atteneva a una patologia mentale il termine "omosessualità". Dal 17 maggio 1990 l'omosessualità è riconosciuta perlomeno non più come una malattia mentale, ma come una condizione dell'essere umano. Uno stato. Non una deviazione dalla normalità, perlomeno non a livello medico.

L'origine della giornata

A ideare la giornata è stato Louis-Georges Tin, curatore del "Dictionnaire de l’homophobie", il "Dizionario dell’omofobia". La ricorrenza è promossa ogni anno dal Comitato Internazionale per la Giornata contro l’omofobia e la transfobia e riconosciuta dall’Unione europea e dalle Nazioni Unite. 

Il Ddl Zan

La ricorrenza del 17 maggio è prevista anche nel testo del tanto discusso Ddl Zan, che fra le varie proposte istituisce anche quella di istituzionalizzare la giornata contro l'omofobia, la bifobia e la transfobia in Italia e favorire tutte le manifestazioni che possano servire a sensibilizzare l'opinione pubblica per evitare comportamenti violenti, discriminatori e tutte le manifestazioni di odio. Perché è innegabile che episodi di violenza, di odio e di discriminazione avvengano ancora nonostante da quel 17 maggio del 1990 siano trascorsi oltre trent'anni e il tessuto sociale europeo abbia subìto numerosi cambiamenti. Altrettanto innegabile è che oggi il volto di Alessandro Zan sia quello della battaglia contro i pregiudizi.

Le paure

Se di omofobia si sente parlare ormai da diversi anni, "bifobia" e "transfobia" sono termini che sino a poco tempo fa non circolavano. Non che questi concetti non esistessero, anzi. La bifobia è la discriminazione nei confronti di chi si dichiara bisessuale, mentre si parla di transfobia quando si hanno atteggiamenti discriminatori nei confronti di chi è transessuale o transgender. Paradossale è il fatto che sia "omofobia" sia "bifobia" e "transfobia" abbiano come suffisso finale proprio "fobia". Ovvero "paura". Paura del diverso dalla "massa", paura di ciò che non si conosce. E la paura genera spesso una reazione non solo di chiusura, ma anche di attacco e di repulsione verso ciò che non si conosce.

Prese di posizione

Il paradosso è che tutti gli esponenti politici si dicono d'accordo con il fatto che le discriminazioni in merito non siano degne di un Paese civile, eppure non solo è ritenuta necessaria una legge per sancirlo ma c'è persino chi si oppone a questa legge. "Celebriamo la Giornata internazionale contro omofobia, bifobia, transfobia con un impegno concreto: approvare subito il Ddl Zan. Il Senato deve fare in queste settimane un gesto concreto per i diritti approvando la proposta del Pd" afferma Enrico Letta, segretario del Partito democratico. "Che ci si ponga il problema di difendere le persone omosessuali da insulti omofobi, aggressioni o violenze, per me non è nè è mai stato un problema, ci mancherebbe" perché tutte le creature devono essere difese, protette e tutelate - afferma  in un'intervista al Corriere della Sera il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei -. Però la legge dev'essere chiara e non prestarsi a sottintesi". "La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti - sottolinea il Presidente della repubblica Sergio Mattarella -. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l'intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l'opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza". "Una legge contro l'omofobia e la transfobia ci serve. Io stessa ne fui promotrice da ministro, ma scelsi una strada diversa, meno divisiva e ambigua. Queste leggi non possono essere bandierine per marcare il campo" aggiunge Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale .