Calcio, Marco Paoloni (ex Cremonese) non ha pace: chiedeva soldi alle famiglie per i provini dei figli

L’ex portiere, già finito nello scandalo del calcioscommesse, è stato condannato dal Tribunale Federale Nazionale

Marco Paoloni quando giocava tra i pali e, a destra, dopo lo scandalo che lo portò in carcere

Marco Paoloni quando giocava tra i pali e, a destra, dopo lo scandalo che lo portò in carcere

Cremona – Un passato da dimenticare, un presente (e un futuro) con nuove ombre. Non c’è pace per Marco Paoloni, 39 anni, ex portiere coinvolto nell’inchiesta sul calcioscommesse avviata l’estate del 2011 dalla Procura di Cremona. L’onta dell’arresto, poi cinque anni di squalifica con proposta di radiazione, altri otto d’inferno fino all’assoluzione del marzo 2019 per la vicenda del Minias, il sonnifero che secondo il pm avrebbe somministrato ai compagni della Cremonese tra il primo e secondo tempo della partita contro la Paganese del 2010. L’accusa peggiore, insieme all’associazione a delinquere. "Scommettevo tantissimo, mai però ho truccato una gara. Millantavo accordi che non c’erano”. Dopo la grazia concessagli dalla Figc nel 2021, era tornato in campo. Ora nuovi guai. Sempre per soldi…

Provini per i giovani

Proponeva a giovani calciatori provini con altre società (nonostante lui stesso fosse tesserato come giocatore per un altro club) anche se sprovvisto di regolare iscrizione presso il Registro degli Agenti. In più, quando chiedeva ai genitori degli atleti di sottoscrivere il “mandato” in suo favore per offrire il ragazzo a società professionistiche e non, pretendeva la corresponsione di somme di denaro. Per questo motivo Marco Paoloni, ex calciatore professionistico coinvolto (e poi assolto) nella inchiesta sul calcioscommesse avviata dalla Procura di Cremona nel 2011, è stato squalificato per cinque mesi (con decorrenza dall’8 giugno 2023) dal Tribunale Federale Nazionale per “violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità”, nonché dell’obbligo di osservanza delle norme di cui all’art. 4 comma 1 del Codice di Giustizia Sportiva.

La segnalazione di una mamma

Il procedimento disciplinare è stato avviato dalla giustizia sportiva nel novembre del 2022 dopo la segnalazione della mamma di un minore che chiedeva "delucidazioni in ordine all’operato del calciatore Paoloni" riguardo un contratto di mandato predisposto dall’ex portiere di Cremonese e Benevento (all’epoca dei fatti tesserato per l’USD Allumiere). Dagli accertamenti svolti è emerso che Paoloni, "a fronte della richiesta di 300 euro, avrebbe fatto svolgere un provino al giovanissimo calciatore per poi richiedere un’ulteriore somma di 1.500 euro per la sottoscrizione di un mandato, finalizzato alla ricerca di una società interessata alle prestazioni del calciatore".

Intermediazione abusiva

Ma Paoloni, pur svolgendo di fatto attività di “intermediazione”, non era iscritto al Registro Federale degli Agenti Sportivi. E quindi esercitava abusivamente. Dalle evidenze istruttorie si evince che Paoloni, "oltre a svolgere ‘allenamenti’ privati a titolo gratuito, in favore di alcuni ragazzi, li facesse partecipare a diversi provini per sostenere i quali chiedeva alle famiglie un “contributo spese”, e all’esito proponesse loro di sottoscrivere un contratto di mandato a suo favore", al fine di individuare società interessate a tesserare i ragazzi". In altra occasione Paoloni fece svolgere un allenamento a due giovani portieri chiedendo al papà dei due ragazzi prima "il pagamento di 160 euro per l’affitto del campo e per l’assicurazione" e poi di sottoscrivere un mandato per entrambi i figli a fronte del versamento della somma totale di 500 euro.