
8 - Estate calda, Po in secca: -7 metri
Cremona, 10 agosto 2015 - Un salto indietro di 50 anni, quando nel Po si faceva il bagno tutte le estati. Non è amarcord, ma quello che sta accadendo ormai da qualche settimana, da quando il caldo è diventato insopportabile e il livello del Grande fiume è sceso ad oltre sette metri sotto lo zero idrometrico a Cremona, lasciando così riaffiorare spiagge e spiaggioni che solitamente non ci sono. Si è sempre detto che il Po era diventato in questi ultimi anni un fiume degli «stranieri», visto che specie le persone del Nordest sono solite frequentare, per pesca o per abitudine, le sponde. In realtà quello che sta accadendo è in controtendenza con persone soprattutto intorno ai 50 e 60 anni che hanno preso l’abitudine di recarsi su queste spiagge, magari armati di sdraio e ombrellone.
Basta percorrere la lunga ciclabile che da Cremona arriva a Casalmaggiore, oltre trenta chilometri nella golena del Po, per intravedere in molti punti le possibilità di accedere a queste spiagge, fino al maggio scorso praticamente inesistenti ed emerse all’improvviso. Una delle più grandi si trova proprio appena a sud del ponte di Cremona, poi anche a Isola Pescaroli, frazione di San Daniele Po, Stagno Lombardo, o ancora più giù a Motta Baluffi (qui si trova anche l’acquario del Po).
Qualcuno non si limita a fermarsi per un pic-nic o prendere il sole, vista la calura non esita a tuffarsi: questo è un vero rischio, in quanto le acque del Po sono da sempre, come quelle di tutti i fiumi, molto pericolose. Negli ultimi anni, proprio in virtù della legge in vigore, i sindaci del Po non hanno più emesso le ordinanze di divieto di balneazione, tuttavia il divieto di per sé è automatico. Sebbene in linea di massima le condizioni a livello di inquinamento siano migliorate rispetto ad una ventina di anni fa, rimane il problema che mancano i sorveglianti alla balneazione: in sostanza per poter fare il bagno sarebbero necessarie una serie di strutture di assistenza ai bagnanti. Balneazione con tacito assenso proibita quindi, ma al tempo stesso divieto raggirato perché non essendoci chi controlla ci sono sempre temerari che si immergono nelle acque.
La secca non è solo una manna per chi cerca refrigerio, ha rinvigorito anche i «cacciatori di reperti»: in questi giorni si vedono persone girare lungo gli spiaggioni alla ricerca di qualcosa, addirittura è stato visto qualcuno armato di metal detector. Anche in questo caso però attenzione: la legge vieta la ricerca di reperti (fossili o anche di altro tipo), e nel caso si trovino vanno denunciati alla Soprintendenza, altrimenti potrebbero essere guai e si rischia anche di finire davanti al giudice. Negli ultimi anni proprio gli spiaggioni del Po hanno restituito importanti reperti, come la mandibola di rinoceronte preistorico conservata al Museo di San Daniele Po.