Palazzo Pignano, con un pugno uccise la moglie malata: niente ergastolo per Zanoncelli

Pena ridotta a 22 anni nella sentenza d’Appello. Concesse le attenuanti generiche al 58enne

Morena Designati ed Eugenio Zanoncelli

Morena Designati ed Eugenio Zanoncelli

Palazzo Pignano (Cremona), 18 settembre 2022 - Cancellato l’ergastolo per Eugenio Zanoncelli e pena ridotta a 22 anni e sei mesi per l’assassinio di Morena Designati, 49 anni, sua moglie malata da tempo, fatto avvenuto il scorso 24 giugno 2020. Questo quanto disposto dalla Corte d’appello del tribunale di Brescia che ha ritenuto valide parte delle richieste espresse dall’avvocata Maria Laura Quaini, la quale aveva chiesto di giudicare Zanoncelli per omicidio preterintenzionale.

D’accordo su una forte riduzione della pena anche il procuratore generale, che aveva chiesto una condanna a 23 anni. Un pugno alla moglie malata da almeno cinque anni e che Zanoncelli accudiva da solo. Una percossa risultata fatale sul corpo fragile e provato dalla malattia, pugno che non le aveva lasciato scampo. In primo grado, lo scorso 22 novembre a Cremona, a Zanoncelli non erano state concesse nessuna delle attenuanti generiche invocate e per lui la condanna era stata pesantissima: ergastolo.

Venerdì, invece, la vicenda è stata vista dai giudici sotto un diverso punto di vista e di qui il generoso sconto di pena. La sera del 24 giugno del 2020 Zanoncelli era con la moglie, malata e che si reggeva in piedi a fatica, aiutandosi con una stampella. L’uomo pochi giorni prima aveva riferito al suo superiore, nella fabbrica dove lavorava, l’intenzione di voler lasciare il lavoro per dedicarsi alla cura della moglie e il capo fabbrica aveva cercato di dissuaderlo.

Quella sera in casa era nata una discussione tra Zanoncelli e la moglie, sfociata in un moto d’ira così violento da far perdere il lume a Zanoncelli, che aveva colpito la donna con un pugno, uccidendola. Quando l’uomo si era reso conto di quanto successo, non aveva chiamato i soccorsi, ma aveva intercettato il figlio sulla porta di casa, l’aveva fatto salire in auto e l’aveva portato dal fratello. A quest’ultimo aveva confessato l’accaduto e poi se ne era andato. Sarebbe stato catturato la mattina seguente e portato in carcere, da dove non è più uscito.