Caso Iori, i parenti delle vittime stentano a ottenere i risarcimenti

Crema, l’oculista Iori all’ergastolo per aver ammazzato la figlia e la ex

Maurizio Iori, 54 anni, con il suo avvocato

Maurizio Iori, 54 anni, con il suo avvocato

Crema, 15 dicembre 2016 - A quasi quattro anni dalla sentenza di primo grado e a un annodal giudizio definitivo della Cassazione che conferma la condanna all’ergastolo per Maurizio Iori, colpevole di aver ammazzato l’ex compagna Claudia Ornesi e la loro figlioletta Livia il 21 luglio 2011, i conti non tornano. Perché gli avvocati della famiglia Ornesi stentano a ottenere i risarcimenti stabiliti dal giudice in sede di sentenza. La famiglia Ornesi vanta dal medico, come risarcimento per le perdite subite, 1.650.000 euro divisi in 600mila ciascuna per la mamma e per la sorella e in 450mila per il padre. La somma era stata stabilita dal giudice del collegio di Cremona all’epoca della prima condanna, gennaio 2013.

Si partiva da una richiesta degli avvocati difensori della famiglia di cinque milioni di euro per arrivare a quanto stabilito dal giudice in sede di appello. La corsa ai beni dell’oculista era cominciata ben presto da parte degli avvocati Marco Severgnini ed Eleonora Pagliari che avevano chiesto e ottenuto il sequestro dello stipendio e del Tfr del medico all’ospedale Maggiore di Crema. Pur essendo in carcere dal 14 ottobre 2011, Iori aveva continuato a percepire una parte dello stipendio, circa 1700 euro mensili, per qualche tempo. Poi, quando a sentenza definitiva, luglio 2014, era scattato il licenziamento, i legali della famiglia Ornesi ne avevano chiesto e ottenuto il sequestro. La cifra prelevata non arriva a 50mila euro, somma divisa tra i tre aventi diritto, ma che in parte è andata a coprire le spese legali. A giudizio definitivo il tribunale ha emesso un ordine di sequestro dei beni, anche se gli ufficiali giudiziari non hanno trovato granché. A essere sequestrata per prima è stata la casa nel residence Le Murie di Crema, un appartamento nel quale vivevano la moglie e la figlia. La casa è stata lasciata libera e il tribunale l’ha messa all’asta per un valore iniziale di 250mila euro a ottobre.  L’asta è andata deserta e in questi giorni è stato fissato un nuovo appuntamento per gennaio, dove il bene andrà di nuovo all’asta, ma stavolta per un valore del 25% inferiore, cioè per una cifra di partenza di 187.500 euro. Intanto gli avvocati si stanno muovendo anche su un altro fronte. A Parma Maurizio Iori ha ereditato un appartamento e anche questo è stato sequestrato. Al momento non si conoscono né a quale valore sarà messo all’asta l’immobile né quando sarà battuto. Praticamente nulla si è potuto ricavare dallo studio privato di via Frecavalli, che aveva in dotazione macchinari e auto, in quanto pare che tutto sia stato utilizzato per ripianare i debiti e che lo stesso fosse di proprietà di una società e non esclusivo dell’oculista.