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Cremona, da Mosca due storici violini da restaurare

Gli strumenti in questione sono un violino di Santo Serafino, importante liutaio veneziano, costruito nel 1749 e di un violoncello attribuito a Pietro Guarneri, cremonese di origine ma trasferitosi poi a Venezia, costruito nel 1730 circa

Museo del violino a Cremona

Cremona, 10 marzo 2016 - Il Museo del Violino di Cremona ha firmato un importante accordo con il Glinka Museum Consortium di Mosca per portare nella «capitale mondiale della liuteria e patria di Antonio Stradivari» due importanti strumenti della collezione di Stato della Federazione Russa che "saranno sottoposti a delicati lavori di restauro". Gli strumenti in questione sono un violino di Santo Serafino, importante liutaio veneziano, costruito nel 1749 e di un violoncello attribuito a Pietro Guarneri, cremonese di origine ma trasferitosi poi a Venezia, costruito nel 1730 circa.

Il contratto è stato firmato dal direttore del Museo Glinka Mikhail Bryzgalov e dall'ad del museo del Violino Paolo Bodini, che si è recato a Mosca insieme al direttore del Museo, Virginia Villa. "È la prima volta - spiega la direttrice Virginia Villa - che due strumenti della celebre collezione di Stato russa vengono inviati a Cremona per il restauro". Il lavoro sarà programmato dopo un attento studio coordinato del conservatore Fausto Cacciatori, effettuato anche grazie alla collaborazione del Laboratorio Arvedi di indagini diagnostiche non invasive dell'Università di Pavia con sede presso il Museo del Violino. Il lavoro di restauro vero e proprio, per scelta dei responsabili del Museo Glinka, sarà poi affidato all'atelier cremonese Carlson&Neumann, specializzato in strumenti antichi e collaboratore di lunga data del Comune di Cremona per gli interventi effettuati sugli strumenti delle sue Collezioni Civiche Liutarie. "È un riconoscimento importante del ruolo del Museo del Violino che, nato meno di tre anni fa, ha saputo conquistarsi una posizione internazionale di assoluto rilievo, confermando il primato della liuteria cremonese la cui tradizione lunga cinque secoli è stata riconosciuta dall'Unesco come patrimonio immateriale dell'umanità", conclude Villa.