Rivolta d’Adda (Cremona) – Hanno lavorato una notte e un giorno prima per avere ragione delle fiamme e poi per mettere in sicurezza un capannone che era in preda al fuoco dalle 19 di lunedì. Arduo il lavoro dei vigili del fuoco di Crema, Treviglio e Gorgonzola, impegnati all’azienda agricola La Sasera, di proprietà di una famiglia di Pandino, situata lungo il tratto di Sp90 che collega il centro abitato di Rivolta d’Adda (via Giulio Cesare, nella fattispecie) con la Bergamina. In fiamme, la metà del capannone dove erano custoditi il fieno raccolto nei propri campi in questa stagione e numerosi bancali in legno. Circa 200 le rotoballe di fieno bruciate, altrettanti i bancali. Nell’altra metà del capannone erano custoditi alcuni trattori, una botte per spargere liquame nei campi e attrezzature varie per la fienagione appartenenti a La Sasera.
Il proprietario, accorso sul posto avvertito dai conoscenti è riuscito a portarli fuori e a metterli in salvo. Tuttavia, anche questa porzione di fabbricato, sebbene sia stata protetta dal muro che la divide dalla porzione andata a fuoco, e non sia stata toccata dall’incendio, è stata dichiarata inagibile. La parte andata a fuoco ha avuto anche il tetto crollato. Ad accorgersi che qualcosa nel capannone non era regolare, lunedì poco prima delle 19, è stata una abitante di Rivolta d’Adda che, avvicinatasi al cancello dell’azienda agricola e non avendo visto il proprietario, che era al lavoro nella campagna circostante, ha notato del fumo uscire dal capannone e ha dato l’allarme. Sul posto sono arrivate in breve tre squadre di vigili del fuoco. Pare accertato che le fiamme si siano sviluppate per autocombustione del fieno.
È bastato davvero poco, nonostante tutte le precauzioni prese dalla proprietà, per far divampare l’incendio che ben presto è diventato incontrollato. Alcuni agricoltori del posto, con i loro mezzi, hanno aiutato i proprietari, una volta spente le fiamme, a portare il fieno bruciato in un terreno adiacente l’azienda agricola per evitare che, all’interno delle rotoballe superstiti, potesse esserci ancora qualche focolaio.