PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Crema vende la sua 'casa vista mare'

Il valore dell’ex colonia, poi albergo con spiaggia privata, a Finale Ligure, è di dieci milioni di euro

L'ex colonia di Finale Ligure

Crema (Cremona) - Se avete 10 milioni di euro e volete imbarcarvi in un’avventura lavorativa che abbia a che fare con il turismo, ecco l’occasione. Il comune di Crema mette in vendita l’Hotel del Golfo, meglio noto ai cremaschi come Finalpia (la frazione di Finale Ligure dove si trova), ex colonia ristrutturata e riqualificata come albergo a 4 stelle con 43 camere, fronte spiaggia, privata, con parcheggio privato. L

’annuncio della vendita è apparso sul Sole 24ore e potrebbe concludere una vicenda che ha visto troppi lati negativi. Il fallimento di due società diverse che hanno preso in gestione l’albergo senza mai riuscire a farlo decollare, con sfratto finale dell’ultimo affittuario e un’inchiesta in atto perché qualcuno sospetta che la criminalità organizzata abbia cercato di metterci le mani. Fatto è che l’avventura alberghiera del comune di Crema, negli anni, si è sempre rivelata un disastro. Preso atto che non si è in grado di gestire l’albergo e neppure di farlo gestire, l’amministrazione ha deciso di vendere; e che con i soldi ricavati si realizzerà in città una struttura per anziani e, forse anche per minori. Con buona pace di chi aveva proposto, per la gestione, la fusione tra l’Opera pia e la Fondazione benefattori cremaschi e di chi vede la vendita come il fumo negli occhi.

E’ il caso dell’ex parlamentare cremasco Franco Bordo che spinge per la tutela dell’immobile. Anche i rappresentanti in consiglio comunale di Forza Italia sono contrari: "Vendere Finalpia a un anno dalle elezioni è cosa senza senso – afferma Simone Beretta. - Soprattutto per chi la vende, espropriando il territorio di una realtà che ci appartiene e che non è di un Cda che non si è neppure accorto di quel che succedeva e che ora è oggetto di indagini della magistratura". Stesso tenore nella dichiarazione di Antonio Agazzi (FI): "Il Pd ha deciso la vendita e non ha voluto sentire ragioni. La città e il territorio sono cosa loro. Inutilmente abbiamo proposto la fusione per incorporazione di Opera Pia con Fondazione Benefattori. Il tempo chiarirà la ragione di tanta fretta e ostinazione nel percorrere la strada dell’alienazione e nel non considerare altre opzioni".