Casalmaggiore, capannone industriale usato come moschea: il Tar lo fa chiudere

La struttura, acquisita all'asta dall'associazione culturale islamica, che aveva fatto richiesta di cambio di destinazione d'uso, respinta dal Comune, si era trasformata in luogo di preghiera

Una moschea (Germogli)

Una moschea (Germogli)

Cremona, 17 marzo 2019 -  Vittoria del Comune di Casalmaggiore presso il Tar di Brescia contro l’associazione culturale islamica “Arrahma”. E’ stata infatti respinta la richiesta di sospensiva domandata dall’Associazione stessa contro l’ordinanza del Comune di Casalmaggiore che intimava di cessare l’attività di culto abusivamente svolta all’interno di un capannone in via Marzabotto. 

Da alcuni mesi, infatti, il Comune era in causa con l’associazione Arrahma sull’utilizzo di un capannone in una zona di completamento industriale/artigianale, con destinazione d’uso artigianale. Tale capannone, acquisito all’asta dall’associazione, che aveva fatto richiesta di cambio di destinazione d’uso, respinta dal Comune, aveva visto nei mesi successivi la trasformazione in un luogo di preghiera senza alcuna autorizzazione.  Dopo alcune segnalazioni provenienti dal quartiere su un consistente afflusso di auto, il sindaco Filippo Bongiovanni aveva mandato per un controllo la Polizia Locale. Dopo accertamenti e approfondimenti tecnici e giuridici, il Comune aveva emanato ordinanza che intimava la cessazione dell’attività di culto all’interno dei locali per uso non conforme alla normativa urbanistica. Tale ordinanza è stata impugnata con richiesta di sospensiva da parte dell’associazione sostenendo, in breve, che quell’attività non era di culto, o che anche se la fosse stata, era secondaria rispetto alla restante attività e che il provvedimento violasse l’attività religiosa.