M.M.
Cronaca

Covid: speranze da un farmaco per la cura dei diabetici

L’intuizione parte da Pavia e da una ricerca curata da Bruno Solerte: su 350 pazienti, il Sitagliptin ha dimezzato la mortalità

Coronavirus (foto Ansa)

Coronavirus (foto Ansa)

Pavia, 6 dicembre 2020 - Aspettando i vaccini, un farmaco per la cura del Covid già c’è. È una molecola che viene usata da tempo nella cura del diabete e che da marzo attende di essere inserito in un protocollo anche per i non diabetici. L’intuizione è partita da Pavia e da una ricerca curata da Bruno Solerte (in foto) del dipartimento di Medicina interna dell’Ateneo pavese in collaborazione con i colleghi del Sacco di Milano, Paolo Fiorina e Massimo Galli. "Lo studio è stato effettuato in occasione della prima ondata – ha spiegato il professor Solerte – su pazienti diabetici che avevano contratto il Covid in modo severo, quindi intubati, con il casco. Dovevamo agire tempestivamente e abbiamo adottato un protocollo d’urgenza".

Alla ricerca hanno partecipato quattro strutture oltre al San Matteo dove sono stati trattati oltre 350 i pazienti, metà con insulina per tenere sotto controllo i livelli di glicemia e metà con insulina e Sitagliptin. La ricerca pubblicata sulla rivista americana Diabetes Care, che ha dedicato al tema anche un editoriale, ha dimostrato che "nei pazienti trattati con il Sitagliptin – ha sottolineato Solerte – il tasso di mortalità era dimezzato rispetto a coloro che non erano stati trattati".

"Il Sitagliptin, infatti, – ha spiegato il professore – appartiene alla classe degli inibitori del sistema enzimatico DPP4/CD26, un sistema che anche il Covid-19 può utilizzare per infettare le nostre cellule sane e diffondersi nell’organismo. Per questo motivo abbiamo pensato di utilizzarlo contro virus e non soltanto per i diabetici. Il coronavirus, infatti, si nasconde. Usando questo farmaco potremmo contenere le complicanze croniche dell’infezione che sono a carico del sistema gastrointestinale, renale, cardiocircolatorio, polmonare, neurologico e quindi anche la mortalità in fase post acuta. Per due volte abbiamo sollecitato Aifa ad approvare il protocollo, ma ora è concentrata su altro".