Terre del Gavi, il Piemonte che profuma di Liguria

Vino, natura e storia: un itinerario country-chic fuori dai percorsi tradizionali

Colline del Gavi

Colline del Gavi

Gavi (Alessandria) - In attesa di poter riprendere a muoverci liberamente, c’è una meta da mettere in agenda fin d’ora nel primo weekend utile. Un territorio intimo e nobile, fuori dai percorsi tradizionali del Piemonte più conosciuto. Una destinazione country-chic, dove si gioca a golf, si passeggia nei parchi, si indugia nelle tante cantine.

Il vino controcorrente

È la zona del Gavi Docg, in provincia di Alessandria, terra controccorrente che nella regione dei grandi rossi ha scelto un bianco come vino-bandiera. I filari si alternano ai boschi, le valli ai colli: si mangia tra i vigneti con un calice di Gavi docg, Cortese in purezza, qui autoctono e tradizionale, abbinandolo al pesce e alla cucina ligure. Perché l’Oltregiogo, ovvero il territorio del Gavi, antico entroterra delle signorie di Genova, profuma di Piemonte ma sa di mare.

Turismo slow

Dalla tavola al territorio, le terre del Gavi invitano ad un turismo slow, in cui si apprezzano le atmosfere sospese nel tempo: si pesca nei torrenti Scrivia, Lemme e Orba, si fanno escursioni a piedi o a cavallo, si pratica il trekking e la mountain bike in Val Borbera e in Val Lemme. Gli amanti del turismo verde vanno alla scoperta del Parco delle Capanne di Marcarolo o dei Laghi del Gorzente e della Lavagnina, mentre gli appassionati di storia indugiano sul sito archeologico di Libarna a Serravalle Scrivia, i cui resti fanno presupporre la presenza - già in epoca preromana - di un importante mercato o centro di scambi commerciali, com’è tutt’oggi questa zona. Per i cultori dell’arte e dell’architettura la prima meta è il Forte di Gavi, antica fortezza che si staglia a baluardo del territorio e, per un colpo d’occhio mozzafiato, c’è il Belvedere della Madonna della Guardia, dall’Appennino alla pianura del Po. L'offerta turistica del Gavi si distingue anche per un originale percorso che unisce sport, moda e lusso: i tre Golf Club della zona, i resort esclusivi e il McArthurGlen Serravalle Outlet sono le tappe immancabili per una vacanza di relax e “coccole”: immersi nel verde, a pochi passi dalle firme della moda italiana e internazionale godendo del top dell'ospitalità.

Itinerari naturalistici

Lago della Lavagnina Montre Tobbio Lago Bruno

Lago della Lavagnina

Laghetti del Gorzente

Parte dalla Casa del custode della diga questo bell’itinerario che segue la strada che costeggia il Lago Inferiore della Lavagnina, tra ambienti rocciosi e boschi. Si giunge in breve al Lago Superiore dove il sentiero si restringe, attraversando radure erbose e, lasciata sulla sinistra la cascina Iselle, si arriva ad un’area attrezzata dove si può fare una sosta. Ripreso il cammino si incontrano boschetti di ontano nero e salice bianco per poi attraversare un’area scoscesa interessata da un movimento franoso, che richiede un poco di attenzione; proseguendo si continua a risalire il Gorzente, dove al verde della natura circostante si aggiunge lo smeraldo delle acque, dove è possibile bagnarsi. Superata una secca svolta a destra del torrente si giunge alla confluenza del Rio Eremiti nel Gorzente; restando sulla destra idrografica del rio, si supera una ripida salita e si percorrono i resti di un’antica mulattiera che poco dopo attraversa il rio e si porta sulla sponda sinistra; risaliti di una ventina di metri di altezza sull’acqua, si continua a risalire finché il sentiero comincia a discostarsi dal rio e, attraversato un tratto boscato, sbuca sulla strada provinciale SP 165; svoltando a sinistra si arriva dopo circa 500 metri al termine del sentiero, in località Valico degli Eremiti (mt. 559).

Monte Tobbio

Il Mar Ligure visto dall'Appennino
Il Mar Ligure visto dall'Appennino

Nel Parco 'Capanne di Marcarolo', uno degli itinerari più suggestivi è quello che porta al Monte Tobbio, cima dalla cui altitudine di 1.092 metri si può godere di un suggestivo panorama a 360° su tutte le valli circostanti e sulla pianura alessandrina. Il sentiero parte in località Valico degli Eremiti, dove si trova l'omonima chiesetta; a sinistra della chiesetta si vede immediatamente l'attacco della mulattiera che è contraddistinta con il segnavia FIE oo- e con il segnavia bianco/rosso del Cai (lungo tutto il percorso sono presenti i due tipi di segnavia, non troppo frequenti ma comunque sufficienti a non uscire dal sentiero). L'ultimo tratto della salita si snoda tra i prati e i pascoli, dove si può scorgere tra l'altro la fioritura di orchidee selvatiche, fino a giungere alla chiesetta del Monte Tobbio, incantevole punto panoramico, dove lo sguardo può spaziare dal mar Ligure alla catena alpina.

Lago Bruno

Il lago Bruno
Il lago Bruno

Il sentiero parte dal tornante e costeggia il torrente Gorzente. Si attraversano alcune radure che lasciano intravedere scorci del torrente che forma diverse pozze d’acqua trasparenti, dove è possibile bagnarsi. Dopo aver oltrepassato altri boschetti si giunge in una zona più aperta: il sentiero fiancheggia affioramenti rocciosi alternati a piccole spiaggette sul Gorzente che offrono un ambiente incantevole Proseguendo su percorso evidente, si lascia sulla sinistra il sentiero per il Monte Tobbio e continuando in lieve salita si giunge infine alla diga, dalla sommità della quale si può ammirare il Lago Bruno (mt. 660).

Itinerari storico-culturali

Il forte di Gavi Libarna città romana I castelli

Il forte di Gavi

Il Forte di Gavi
Il Forte di Gavi

Il viaggio nelle terre del Gavi inizia dall’alto, dal Forte di Gavi, testimone della posizione strategica di questi luoghi. Costruito a più riprese dal XII secolo, prima castello, poi fortezza, poteva ospitare una guarnigione di 1.000 uomini a difesa delle terre del Cortese. Come baluardo difensivo del confine Nord della Repubblica di Genova, Gavi e il suo Castello dovettero affrontare numerosi assedi. Per questo, vista la devastante potenza delle nuove armi da fuoco, Genova affidò nel 1540 all'architetto Giovanni M. Olgiati il compito di consolidare la struttura medioevale trasformandola in Fortezza. La nuova struttura però non resse all’assedio dell'esercito franco-sabaudo di Carlo Emanuele I nel 1625. Genova allora incaricò l'architetto Vincenzo da Fiorenzuola di trasformarla nel possente Forte che ancora oggi si ammira. Gavi fu quindi abbracciata da solide mura che scendevano dal forte.

Libarna città romana

Libarna
Libarna

I resti della città romana di Libarna a Serravalle Scrivia – riscoperti ad inizio ‘800 con la costruzione della Strada Regia Torino-Genova - fanno presupporre la presenza di un importante mercato e centro di scambi già dal II secolo a.C . Una via di traffici e commerci lungo la via Postumia, la via Francigena e la Via del Sale che si consolida dai tempi dei romani fino all’anno Mille. Sono visibili l’impianto del Teatro antico, le vie su cui si affacciano le domus romane.

I castelli

Castello di Tassarolo
Castello di Tassarolo

Il panorama delle terre del Gavi è un incessante rincorsa di colline vigneti, boschi e castelli. Uno su ogni collina, uno nel centro di ogni comune. Dismessi alcuni, altri solo ruderi ma molti ancora abitati. Per spiegarsi la presenza di una tale concentrazione in un così ridotto spazio, bisogna risalire a prima dell’anno Mille, alla storia di Genova, città stato e Repubblica marinara, allora il porto più grande d’Europa che sta estendendo la propria influenza sul mare e sulla terra ferma. A quell’epoca, in una città di tendenza com’è la Superba, il prestigio e lo status sociale si misurano così: una contrada (palazzo) in città, i “fondaci” (magazzini per le merci) in oltremare e un castello l’entroterra di Genova, oltre gli appennini verso le pianure, nell’Oltregiogo, appunto. E non per diletto, o solo per cacciare, ma perché l’Oltregiogo è una terra ricca: d’acqua, di legname, fondamentale per navi, fertile e produttiva, oltre a trovarsi esattamente lungo la Via del Sale, direttrice commerciale che dal porto e dalla costa porta diretto verso la Pianura Padana e poi su in Europa, verso i mercati ricchi del Nord, e la Via Postumia, sbocco sull’Adriatico. Nel panorama dell’Oltregiogo emergono quindi – proprio intorno all’anno mille - almeno 50 insediamenti feudali dall’impianto simile: c’è il castello-fortezza e residenza di una famiglia genovese, proprietaria oltre che delle flotte, di boschi vigneti, torrenti, molini, ferriere, filande e segherie. Una ricchezza su cui Doria, Spinola, Adorno, Malaspina, Grimaldi, Marini, Grillo, Carpeneto, Salvago, costruiscono il proprio patrimonio e rafforzano la propria influenza. Una “genovesità” che condiziona da allora l’area del Gavi Docg nella identità territoriale (liguri è l’appellativo della maggior parte dei Comuni), nell’etnicità, nella lingua e soprattutto nella cucina.