Coronavirus in Lombardia, Pregliasco: "Annullare ogni impegno, tranne scuola e lavoro"

Oggi riunione del Comitato tecnico-scientifico per valutare misure più dure

Fabrizio Pregliasco

Fabrizio Pregliasco

Milano, 16 ottobre 2020 - I numeri dei contagi da Coronavirus sono in aumento: nelle ultime 24 ore, in Lombardia, sono stati registrati più di duemila nuovi positivi e 26 decessi. In particolare a Milano e hinterland.  Numeri che negli ospedali lombardi hanno fatto scattare il primo dei quattro livelli di allerta previsti dalla Regione.

E' prevista per oggi pomeriggio la nuova riunione del Comitato tecnico-scientifico della Lombardia per fare il punto sulla situazione dei contagi in regione. A destare preoccupazione sono le province di Milano, Varese e Monza e Brianza dove i casi sono da giorni in rapida ascesa. Non si parla di un mini lockdown, ma di una stretta ulteriore sui locali pubblici, dai bar ai ristoranti ai luoghi della movida. La volontà è di non toccare, per ora, servizi fondamentali come la scuola. 

In vista dell'incontro, il virologo dell'università degli Studi di Milano e componente del Cts lombardo Fabrizio Pregliasco, ha preannunciato ad  'Agorà' su Rai3: "Credo che in questo momento potremmo attuare provvedimenti che non siano scioccanti e micidiali, ma che proprio per evitare interventi più drastici in futuro prevedano restrizioni soprattutto in quella che è l'attività ludica". "Credo che in questa fase bisognerà assolutamente tenere fermi gli aspetti che ci interessano di più" e cioè "la scuola e il lavoro", a proseguito l'esperto. "Purtroppo ci saranno degli effetti anche negativi che dovranno essere valutati", ha tenuto a precisare Pregliasco. Ma "questo è un elemento che, se attuato bene, ci permetterà di evitare lo spettro di altre opzioni che purtroppo vediamo già in essere in Inghilterra o in Francia". L'obiettivo è scongiurare l'incubo di un "lockdown generalizzato: sarebbe efficace da un punto di vista sanitario, ma devastante per il resto" ha avvertito.

Preglaico si è poi soffermato sul capitolo scuola: "E' un luogo sicuro" e "sicuramente i ragazzi stanno meglio" in classe "che non a oziare in un parco o a bighellonare in un centro commerciale". Fatta questa premessa, però, in un'ottica di contenimento dei contagi da Covid-19 va considerato che "il problema sono gli arrivi e le uscite. Quindi si tratterà a mio avviso di riorganizzare magari gli ingressi, garantendo l'attività in presenza dei ragazzi più giovani e prevedendo magari un 50% di attività didattica a distanza per i più grandi, in università" o nelle fasce d'età in cui "possono comunque essere autonomi e non creare problemi alle famiglie".

"Nessuna delle nostre attività è a rischio zero", ha precisato Pregliasco. "Ogni contatto è un rischio potenziale di infezione, non esiste un manuale preciso ed è questa la difficoltà per tutti i decisori politici rispetto a cosa fare". Tuttavia, "è il buonsenso che ci dice che tutte le condizioni di assembramento in qualche modo facilitano i contagi". "A livello scolastico - ha ripetuto il virologo - ritengo che le procedure" interne agli istituti "garantiscano una sicurezza adeguata, così come c'è sicurezza all'interno degli ospedali". Per il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano "è importante ribadirlo, perché cominciamo a vedere dei pazienti che esitano a venire in ospedale e trascurano le altre patologie che comunque ci sono".

"Anche sul lavoro, in alcune situazioni e tipologie di attività il rischio c'è - ha aggiunto l'esperto - perché durante l'attività lavorativa si abbassa il livello di attenzione e ci si abitua al rischio. Anche in questo caso c'è poi il problema dei trasferimenti", quindi si tratta di "dover calibrare ciò che non si può fermare per le esigenze sociali ed economiche, e ciò che invece può essere trascurato proprio nell'ottica di evitare situazioni senza controllo". Quanto infine all'ambito familiare, per Pregliasco "in famiglia il rischio è che, abbassando le difese, non stiamo attenti".