
Emilio Pagani, capitano della Como Nuoto (Cusa)
Co, 9 settembre 2015 - Pronti per ripartire e, possibilmente, stupire ancora. Ricomincia la stagione del Como Nuoto 3.0. Una formazione più giovane rispetto al passato, ma molto ambiziosa, e pronta a riconquistare i grandi palcoscenici della pallanuoto italiana. «Ogni anno è sempre una grande emozione essere qui», commenta Emilio Pagani, neo capitano 30enne dei lariani, da più di vent’anni nel sodalizio biancoblù.
«La società ha dovuto fare un passo indietro, rinunciando alla serie A1, per ripartire ed evitare il fallimento. Dobbiamo ancora vedere se inizieremo dalla serie B o C, ma io e miei compagni, non vediamo l’ora di iniziare». Pagani poteva rimanere a disputare ancora l’A1, ma ha fatto una scelta di cuore: «Non ho mai pensato di andarmene. Qui mi sento a casa: gioco a Como da quando vado in seconda elementare e il ridimensionamento del progetto non mi ha spaventato per nulla». Emilio avrà il difficile compito di guidare i suoi compagni alla riscossa: «Per me è un onore essere stato scelto come capitano. Spero con la mia esperienza di poter essere un supporto per i più giovani, oltre ad un braccio destro per i miei coetanei». Stasera i lariani riprenderanno la preparazione nella piscina di viale Geno.
Da ottobre, invece, il settebello comasco si trasferirà nella piscina di Muggiò. La prima squadra, l’under 20 e 17 saranno affidate al tecnico bergamasco Francesco Rota. Una vecchia conoscenza per il sodalizio di viale Geno: negli ultimi 10 anni, infatti, Rota è stato per ben due volte al Como Nuoto. La prima volta come giocatore, mentre la seconda come allenatore delle formazioni femminili under 17 e prima squadra. Negli ultimi anni si è fatto le ossa come allenatore del Bergamo e lo scorso anno ha portato gli orobici dalla B allaA2.
Il nome giusto, dunque, che potrà contare oltre a capitan Pagani su Federico Foti, Lorenzo Garancini, Stefano Mandaglio, Jacopo Pellegatta più un manipolo di giovani dal vivaio. «Il nome giusto al momento giusto. L’ho conosciuto come giocatore perché abbiamo giocato alcune stagioni insieme quando avevo 20 anni. Da allenatore lo conosco perché i numeri parlano per lui. A Bergamo ha fatto benissimo utilizzando i giocatori locali. Sono sicuro che farà benissimo anche qui e non vedo l’ora di iniziare».