La Pallacanestro Cantù vuole tornare a casa per la Serie A

Il sodalizio punta a risalire nella massima serie del campionato di basket e ad avere un palasport in città dove giocare i match interni senza più emigrare

Il rendering del nuovo Palasport che si vorrebbe realizzare a Cantù

Il rendering del nuovo Palasport che si vorrebbe realizzare a Cantù

Cantù (Como) -  Ha voglia di riprendere il suo posto in Serie A e di tornare a casa la Pallacanestro Cantù che dopo aver vissuto gli ultimi anni fuori città ha finalmente deciso di prendere la via del ritorno. L’annuncio è stato dato nel corso dell’assemblea in cui è stato presentato il piano industriale della società, con la promessa di dire addio a Cermenate e tornare presto ad avere la propria sede principale in città, all’interno dell’area ex-Eleca.

Il vero obiettivo però è tornare a giocare a Cantù, per coronare un sogno sportivo inseguito ormai da cinquant’anni. È dalla metà degli anni ’70 infatti che la Pallacanestro Cantù non gioca più nella città di cui porta il nome ed è principale ambasciatore nel mondo, da quando cioè il Parini fu considerato troppo piccolo per ospitare i tifosi. Il Pianella costruito in tempi record a Cucciago, a un tiro di schioppo dalla città, doveva essere solo una soluzione provvisoria in attesa di costruire un palazzetto degno di questo nome. Come capita spesso in Italia da provvisorio il nuovo palazzetto si trasformò in definitivo e tra le sue mura la Pallacanestro Cantù conquistò alcuni tra i suoi titoli più importanti. Ciononostante il sogno di costruire un palazzetto qui non è mai venuto meno e anzi sono stati fatti 2 tentativi, finiti male: il Palababele, a metà degli anni ’80, e il PalaTurra all’inizio del nuovo millennio.

Adesso è giunta l’ora di un terzo tentativo, si spera definitivo, ma gli imprevisti non mancano. Ad esempio l’aumento dei costi del 20% rispetto alla prima stima del progetto, colpa dei rincari delle materie prime del costo dell’energia, per non parlare degli ultimi adeguamenti contenuti nelle oltre 350 tavole progettuali consegnate all’inizio di febbraio in Provincia, per il vaglio definitivo che dovrebbe portare alla gara d’appalto. Adesso i costi superano i 20 milioni e quindi sarà necessario ottenere il via libera di una società esterna che dovrà verificare tutti i conti e il piano di sostenibilità. Così la procedura di approvazione rischia di prolungarsi di qualche mese e la gara di appalto, che era programmata per l’estate, molto probabilmente slitterà al prossimo autunno se non alla fine dell’anno. Tra l’altro visto l’importo dei lavori, la gara diventerà europea e quindi aperta a tutte le aziende del continente. Calendario alla mano molto difficilmente i tifosi canturini potranno andare a veder giocare la loro squadra in città, nell’arena che tutti si augurano di veder sorgere in Corso Europa al posto dell’immenso scavo che ospita lo scheletro incompiuto PalaTurra, prima di altri 3 anni. A questo punto l’importante non è quando, ma come realizzare l’opera.