
Tutto potevano immaginarsi i pendolari che ogni giorno prendono il treno a Merone, tranne che la loro stazione diventasse il punto di riferimento dei tossicodipendenti della zona. Colpa della mancanza di presìdi (da anni gli scambi vengono azionati da remoto e anche biglietteria e capostazione non ci sono più) e soprattutto della vicinanza ai boschi, dove come in un perfetto mercato di fronte alla domanda dei “pendolari della dose” si è organizzata anche l’offerta da parte degli spacciatori. Un degrado che è diventato evidente anche ai pendolari veri che in stazione vanno per andare al lavoro, a Milano o a Lecco, visto che a Merone si incrociano i binari della Milano-Canzo-Asso e quelli della Como-Lecco. A tutte le ore è impossibile non notare il viavai dei tossicodipendenti che arrivano fin qui da mezza Brianza, scendono in paese e poi camminando lungo la massicciata si dirigono verso i boschi di Nobile e di Baggero dove li attendono gli spacciatori pronti a rifornirli. Nell’ultima settimana, da quando la Lombardia è stata inserita nella zona rossa, la situazione è ancora peggiorata con il calo di studenti e pendolari. Alcuni drogati si arrangiano addirittura sui gradini che portano ai sottopassaggi dei binari, consumano la loro dose all’aperto dopo aver comprato coca o eroina nei boschi. R.Ca.