Como, picchia la fidanzata per costringerla a indossare il velo. Denunciato

Minacce e insulti: "Ti ammazzo se non mi sposi". Scatta il divieto di avvicinamento nei confronti di un marocchino di Cirimido

Agenti della Squadra Mobile di Como

Agenti della Squadra Mobile di Como

I poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Como, nel pomeriggio di ieri, hanno dato attuazione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa nei confronti di E.S., marocchino, classe 1987, ritenuto responsabile di stalking, lesioni e danneggiamenti nei confronti di una ragazza, spagnola di origine marocchina, di qualche anno più giovane di lui con cui aveva intrattenuto una relazione durata solo tre mesi. La giovane, fin dai primi giorni, notava un atteggiamento aggressivo e dominante nei suoi confronti da parte del compagno che non mancava di insultarla e minacciarla, intimandole anche di cambiare modo di vestirsi e mettere il velo, dichiarandosi intenzionato a sposarla subito. Un crescendo di violenza verbale e, poi, anche fisica che culminava in ripetute aggressioni con diverse contusioni riportate dalla ragazza sul corpo e sul volto. Ad accorgersi della situazione insostenibile era il datore di lavoro della ragazza che chiamava il pronto intervento della Questura di Como. La ragazza, di fronte al personale della volante, crollava in un pianto disperato. Era terrorizzata non solo per le botte ma anche per la possibilità che l'uomo, della stessa origine, ottenesse il consenso al matrimonio dalla famiglia di lei. Immediatamente gli uomini della Squadra Mobile producevano i necessari approfondimenti sulla vicenda e subito dopo la Procura della Repubblica di Como, che coordina le indagini, richiedeva al G.I.P. l'emissione di unamisura cautelare, tempestivamente adottata ed eseguita nello stesso giorno dal personale della Squadra Mobile. L'uomo, residente a Cirimido, messo di fronte alla contestazione degli addebiti, negava ogni responsabilità e fatto a lui attribuito. L'esecuzione della misura cautelare del divieto di avvicinamento è stata notificata nell'ambito delle indagini preliminari e, pertanto, si fa salvo il principio della presunzione di innocenza dell'indagato.