La Giunta perde un altro pezzo. L’addio polemico di Marco Galli

L’ex fedelissimo di Landriscina: "Ho esaurito la pazienza e sono stufo di pagare per colpe altrui"

Il sindaco Mario Landriscina

Il sindaco Mario Landriscina

Como, 8 ottobre 2021 -  L’errore per un uomo di sport come Marco Galli è stato pensare che la politica fosse un gioco di squadra, salvo scoprire a sue spese che invece si tratta di una competizione individuale, anzi peggio perché in questa maratona capita anche di dover pagare per colpe altrui. Così l’assessore allo Sport e al Verde che fino all’altro giorno era considerato un fedelissimo del sindaco Mario Landriscina, tra i più votati della lista che porta il suo nome, dopo quattro anni ha finito la benzina e a sorpresa ha deciso di farsi da parte. Troppi i colpi, anche sotto la cintura, ricevuti per conto di quella squadra che non c’era e se c’era non l’ha mai sostenuto.

"Quando nel 2017 decisi di candidarmi volevo rinnovare le strutture sportive e renderle degne di un capoluogo – ha spiegato motivando l’annuncio choc delle dimissioni comunicate nel corso dell’ultimo consiglio comunale – Mi aspettavo di poter condividere questi obiettivi con i colleghi, ma i malumori sono iniziati subito e la perdita della lista dei consiglieri Davide Gervasoni e Sergio De Santis, cosa che avrebbe dovuto far scattare campanello d’allarme". Marco Galli è il quarto assessore che decide di andarsene prima del tempo. «Mi sono stati attribuiti insuccessi a me non imputabili – ha proseguito – ma al netto degli errori e dell’inesperienza vorrei ricordare che ero un assessore senza portafoglio. Ho pagato il conto di una burocrazia farraginosa sommata a una mancanza di visione di chi, invece, avrebbe dovuto contribuire alla realizzazione degli interventi. Mi sono occupato di temi spinosi come la bonifica Ticosa e l’appalto rifiuti, non mi sono tirato indietro e ho dialogato con tutti. Ho lavorato con serietà e dedizione, ma ho incassato colpi come la chiusura della piscina di Muggiò". Un addio senza rimpianti. "Lascio con dispiacere e senza ripensamenti - conclude -. Ho esaurito la pazienza e non sono disposto a prendermi le colpe per l’inerzia altrui. Non so ancora cosa farò dopo, ho bisogno di riflettere, questo palazzo tende a fagocitare le persone".