Como, figlia chiama in lacrime la madre: “Mi vogliono portare in Marocco”. Lei la fa liberare

La ragazza di 28 non parlava da mesi con la mamma (di Porlezza), improvvisamente la richiesta di aiuto dalla Francia: due stranieri volevano costringerla a partire con loro

La donna si è rivolta ai carabinieri che in poco tempo hanno rintracciato l’albergo dove si trovava la ragazza

La donna si è rivolta ai carabinieri che in poco tempo hanno rintracciato l’albergo dove si trovava la ragazza

Da giorni era chiusa in una stanza di albergo a Digione, in Francia, assieme a due uomini, dove ha maturato la consapevolezza che non si sarebbe potuta liberare e che il suo destino sarebbe stato quello di finire in Marocco. Così, presa dal panico e senza sapere cosa fare, la ragazza ha chiamato l’unica persona che, nonostante non la sentisse da mesi, non le avrebbe mai negato il suo aiuto: sua madre.

Venerdì la donna, 56 anni di Porlezza, ha ricevuto alcuni messaggi vocali dalla figlia, 28 anni, che da tempo si era trasferita a vivere a Venezia, allentando i rapporti con lei. Impaurita e in lacrime, raccontava di essere stata portata in Francia da due uomini, fratelli di origine marocchina, che la volevano costringere a partire con loro per il Marocco. Diceva inoltre di essere stata minacciata e di temere ripercussioni da parte dei due uomini, se si fosse sottratta alle loro intenzioni o se fosse uscita dalla stanza, e di non essere in grado di chiamare la polizia francese.

La donna si è rivolta ai carabinieri di Porlezza, che in brevissimo tempo hanno rintracciato l’albergo nel quale si trovava la ragazza, e contattato il responsabile, che ha confermato la presenza della giovane da alcuni giorni, mai vista lasciare la sua camera, e di due uomini che invece uscivano e rientravano liberamente.

I carabinieri hanno quindi fatto intervenire la polizia francese, che si è presentata all’albergo e ha trovato la ragazza effettivamente chiusa in camera, in lacrime, in compagnia di alcuni uomini. Dopo aver ricostruito la situazione, non sono stati trovati elementi per procedere con una denuncia, ma gli agenti si sono comunque presi in carico la ragazza, aiutandola a uscire dall’albergo e scortandola per evitare che venisse nuovamente avvicinata e minacciata. L’hanno inoltre accompagnata fino all’aeroporto di Lione, dove è rimasta in attesa della madre che è andata a prenderla in auto per riportarla in Italia.

Ora i carabinieri di Porlezza faranno ulteriori accertamenti per ricostruire i rapporti tra la ragazza e i due nordafricani, e le condizioni in cui è stata portata con loro contro la sua volontà, per capire se ci sono estremi di reato, di qualunque natura, commessi già in Italia.