ROBERTO CANALI
Cronaca

Effetto Las Vegas a Como: "Incubo da overbooking". Idea ticket in stile Venezia

Amministrazioni e categorie in allarme per l’invasione di capoluoghi e borghi. Strade paralizzate dal traffico, mezzi pubblici insufficienti. "Serve una svolta"

La coda dei turisti alle biglietterie per la navigazione sul lago di Como (foto Cusa)

Como – Si prepara a vivere un altro anno boom il lago di Como, ormai stabilmente nella top ten delle mete preferite a livello internazionale. Lo scorso anno sui due rami di Como e di Lecco i pernottamenti sono stati 4,8 milioni, in aumento di un milione rispetto al 2019, l’ultimo anno d’oro prima dello stop imposto dal Covid. Tutto perfetto? Nemmeno per sogno. Perché i turisti, insieme a tanti soldi – che però finiscono ad albergatori, ristoratori e tutte quelle categorie che in qualche modo gravitano attorno all’industria dell’accoglienza – portano anche tanti problemi per tutti. È dall’anno scorso che sul lago si parla sempre più insistentemente di overbooking e di certo in tanti, operatori e anche sindaci, guarderanno con curiosità e interesse a quel che accadrà giovedì a Venezia, quando in occasione del 25 aprile scatterà la prova generale di ticket da imporre ai turisti.

«In laguna è facile proporre un intervento del genere, c’è un’accesso dalla terra ferma e anche i punti di approdo per chi arriva via mare sono controllabili – spiega Luca Leoni, presidente di Federalberghi Como – Da noi è diverso, ma lo stesso qualche rimedio va trovato". Nonostante la presenza delle star di Hollywood il Lario non è Las Vegas: Como e Lecco i due capoluoghi insieme non arrivano a 130mila abitanti, le strade sono sottodimensionate, il trasporto pubblico è quel che è e soprattutto l’impatto del turismo di massa inizia a provocare malcontento – per usare un eufemismo – in parte della popolazione residente. Il costo della vità è aumentato anche nei piccoli centri del lago, quelli che fino a qualche anno fa avevano un appeal turistico limitato per non dire nullo, con il risultato che chi può affitta e se ne va a vivere altrove. Più che l’effetto Venezia da queste parti temono una “Valle Intelvi bis“, ovvero trasformare i borghi del lago in paesi fantasma di seconde case e appartamenti di lusso.

C’è poi il problema dell’assalto dei turisti di giornata, quelli che arrivano sul lago nel fine settimana dagli altri capoluoghi della Lombardia intasando strade e passeggiate. "C’è tanto lavoro ancora da fare per consolidare i dati dei flussi senza concentrarsi eccessivamente sulla quantità ma analizzando anche i turisti che vorremmo – spiega Giuseppe Rasella, che si occupa del Turismo per la Camera di Commercio – Bisognerebbe fare una distinzione tra il turismo che genera pernottamenti e chi viene per una gita di giornata". A Villa del Balbianello in Tremezzina, il bene più visitato del Fai in Italia, hanno risolto da un paio d’anni a questa parte introducendo il numero chiuso. "Lì funziona bene, ma non possiamo chiudere i paesi – conclude Luca Leoni – Occorre trovare soluzioni di buonsenso, ma senza rinunciare all’accoglienza".