Da soldato bambino alla strada La parabola di un profugo "Perso senza don Roberto"

Il racconto di un giovane somalo, assolto dall’accusa di aver picchiato un connazionale nei pressi di San Francesco per rapinargli pochi euro e il telefono cellulare.

L’adolescenza con un fucile in mano, a combattere con i ribelli nello Yemen. Poi il viaggio passando dalla Libia, i morti in mare che lo hanno accompagnato per giorni. L’arrivo a Como e un unico punto di riferimento nel suo vivere in mezzo alla strada: don Roberto Malgesini. Poi, dopo il suo omicidio, nemmeno lui. Muraad Abdihakiim Mohamed, somalo di 24 anni, ieri è stato assolto dall’accusa di aver picchiato un connazionale, il 28 dicembre 2020 a San Francesco, per rapinargli 20 euro e il telefono cellulare. Accusa che gli ha fatto passare in carcere gli ultimi cinque mesi, così come ad Ahmed Khaled Saed, 37 anni, anche lui somalo e prosciolto. Difeso dall’avvocato Elena Vimercati, Abdihakiim è stato condannato a 11 mesi di reclusione per un’altra aggressione, ma entrambi gli imputati sono stati scarcerati al termine dell’udienza. Davanti ai giudici, il ventiquattrenne ha raccontato del suo arrivo in Italia, partendo dall’adolescenza, quando la sua famiglia si è trasferita nello Yemen e lui, primogenito, è stato reclutato a forza dalle truppe ribelli, che ancora oggi detengono il controllo della capitale.

Aveva 16 anni, e quando se ne è andato, lasciando il Paese, è toccato a suo fratello prendere il suo posto, finito ucciso in guerra. Abdihakiim ha poi raggiunto la Libia, si è messo in coda con le centinaia di migranti diretti verso l’Europa, ha attraversato il Mediterraneo vedendo annegare i suoi compagni di viaggio, è stato accolto in un centro di Crotone, dove ha chiesto protezione umanitaria. Ma prima di ottenere una risposta, ha deciso di rimettersi in viaggio, arrivando fino a Como. Dormiva sotto il porticato di San Francesco quando ha conosciuto don Roberto, che lo ha aiutato per mesi. Ma poi, anche quel suo unico punto di riferimento, gli è stato portato via.

Paola Pioppi