Coronavirus, la Svizzera fa ripartire i cantieri: pronti almeno 10mila frontalieri

Operai e artigiani si apprestano ad affrontare lunghe code al confine per passare i controlli

Un cantiere in Canton Ticino

Un cantiere in Canton Ticino

Como, 19 aprile 2020 - Se l’Italia si prepara a riaprire, forse, dopo il 3 maggio, in Svizzera lo stop al lockdown è in programma il prossimo 27 aprile, ma la prova generale sarà già domani con la ripertura dei cantieri che in Canton Ticino è sinonimo di frontalieri visto che quasi tutti i muratori, ferraioli e lattonieri sono nostri connazionali. Si calcola che saranno almeno diecimila gli operai e gli artigiani comaschi e varesini che da lunedì torneranno a varcare il confine, costretti a partire all’alba per arrivare in orario sul posto di lavoro perché la Svizzera ha chiuso tutti i valichi minori, così da concentrare meglio i controlli alla frontiera anche con l’aiuto dell’esercito. 

Per evitare di incorrere in multe salatissime, che possono spingersi fino alla chiusura e al sequestro dei cantieri, le aziende edili dovranno fornire a tutti i loro operai le mascherine e gli altri strumenti di protezione individuale, inoltre c’è l’obbligo di non far lavorare più di dieci persone nell’arco di un’intera giornata, con deroghe consentite solo in caso di attività non procastinabili. Si annunciano lunghe code al confine per i controlli che saranno sistematici. L’accesso sarà garantito solo ai lavoratori muniti di permesso G, i frontalieri appunto, ma saranno fermati anche gli svizzeri che percorrono la dogana in senso opposto, specie se si sono spinti in Italia per fare la spesa. 

Il Consiglio federale elvetico insieme ai controlli alla frontiera ha introdotto anche il divieto di fare “turismo degli acquisti“. Una prassi abituale non solo per chi vive in Canton Ticino, ma anche per i Cantoni che confinano con Francia, Austria e Germania. I ticinesi prima della pandemia erano soliti rifornirsi di carne, prosciutto, vino e generi alimentari nei negozi e i supermercati italiani spendendo la metà o addirittura un terzo di quel avrebbero pagato a casa loro. Adesso chi viene trovato con le borse della spesa in auto rischia una multa di cento franchi, 95 euro, non per sanzionare gli acquisti ma per aver ostacolato il lavoro delle autorità a protezione del confine. In pratica dalla Svizzera si può uscire solo per ragioni serie.