Como, la lente della Procura su 17 Rsa

Le indagini relative alla gestione dei pazienti e ai decessi per Covid coinvolge anche l’ospedale di Cantù

Il procuratore capo di Como Nicola Piacente ha affidato i fascicoli a tre sostituti

Il procuratore capo di Como Nicola Piacente ha affidato i fascicoli a tre sostituti

Como, 31 luglio 2020 - Un elenco che comprende 17 Rsa e un ospedale, il presidio di Cantù, destinatarie di accertamenti da parte dei Nas di Milano su delega della Procura di Como. Altre otto visitate dai carabinieri per la Sanità su delega ministeriale. Le indagini relative alla gestione dei pazienti all’interno delle strutture sanitarie del Comasco, riguardano attualmente 363 casi di decessi per Coronavirus avvenuti durante il periodo dell’emergenza, e procedono con due ipotesi: epidemia colposa, o omicidio colposo in caso di specifica querela.

Il procuratore capo di Como Nicola Piacente ha affidato i fascicoli a tre sostituti – Maria Vittoria Isella, Antonia Pavan e Simone Pizzotti – che costituiscono un pool specialistico interno, creato appositamente per procedere su questi temi.

Tra le strutture che hanno richiesto un maggiore impegno nell’acquisizione di dati e documenti da parte dei carabinieri, in quanto ci si è trovati in presenza di in un numero maggiore di casi e decessi, ci sono le Rsa Ca’ Prina di Erba, Sacro Cuore di Dizzasco, Residenza Il Ronco di Casasco Intelvi, Croce di Malta di Beregazzo con Figliaro, Croce di Malta di Canzo, Garibaldi Pogliani di Cantù e Le Camelie di Como. I militari hanno inoltre fatto visita, e conseguentemente acquisito documentazione sanitaria, sempre su delega della Procura, ad altre strutture, destinatarie di specifici esposti presentati da parenti e familiari delle vittime del virus, o da personale sanitario. Si tratta della Casa di Riposo Enrico Falck di Dongo, del Focolare di Lanzo Intelvi, della Fondazione Bellaria di Appiano Gentile, dell’Istituto delle Figlie di Santa Maria della Divina Provvidenza di Lipomo, di Villa Celesia a Como e della Residenza San Giovanni di Asso.

In tutte queste strutture per anziani, oltre che all’ospedale di Cantù, i carabinieri hanno acquisito a vario titolo documentazione sanitaria e gestionale, relativa all’organizzazione adottata durante il periodo di presenza del Covid-19, e in alcuni casi dei singoli pazienti, rispetto ai quali erano giunte specifiche segnalazioni. In tutto, sono stati 26 gli esposti giunti in Procura a Como in queste settimane, da aprile in avanti. Per ognuno di loro, occorrerà verificare la fondatezza delle ipotesi di carenze assistenziali su cui le parti offese chiedono di fare chiarezza.

In molti casi, gli esposti lamentavano anche un’insufficienza di informazione, soprattutto durante il periodo più critico, quando l’accesso ai parenti dei degenti era bloccato. A fronte di comunicazioni dei decessi degli anziani, molti familiari si erano rivolti alla Procura sostenendo di non aver avuto sufficiente o tempestiva informazione circa le condizioni di salute dei congiunti, se non al momento in cui gli era stato comunicato il decesso. Aspetti, questi ultimi, rispetto ai quali difficilmente si può ipotizzare un profilo di reato, mentre negli altri casi il lavoro di carabinieri del Nas, che stanno operando in tutta Lombardia, e della Procura, sarà certamente lungo e articolato, basato su consulenze e su valutazioni che dovranno comprendere gli aspetti di gestione generale delle strutture, le misure di prevenzione adottate per degenti e dipendenti, e la trattazione dei singoli casi.