Con i fondi per i servizi sociali si comprano lo chalet in montagna

Gli amministratori della Panzeri denunciati per peculato, sequestrati seicentomila euro

I militari della Guardia di Finanza hanno posto sotto sequestro lo chalet di Champoluc

I militari della Guardia di Finanza hanno posto sotto sequestro lo chalet di Champoluc

Mozzate (Como) - Un sequestro preventivo per un ammontare di 600mila euro è stato eseguito nei confronti degli amministratori della società Gian Luigi Panzeri srl, Azienda per i servizi alla persona a totale partecipazione pubblica, detenuta dal Comune di Mozzate all’85% e dal Comune di Limido al 15. L’ipotesi con cui sono indagate le tre figure di riferimento della società, con sede a Mozzate, incaricata dei servizi di asili nido, mense scolastiche e biblioteca, è di peculato da parte di incaricato di pubblico servizio e falso in bilancio relativamente agli anni 2017 e 2018. Condotte che avrebbero portato all’indebita appropriazione di circa 550mila euro della società, le cui risorse provengono dagli enti locali, dalla Regione e da contributi erogati dai cittadini che usufruiscono dei servizi. I militari, in esecuzione di un provvedimento chiesto dal procuratore capo Nicola Piacente, ed emesso dal Gip di Como, hanno messo sotto sequestro disponibilità liquide per un equivalente di circa 100mila euro e due immobili a Cantù e Champoluc.

Proprietà riconducibili a Tullio Lietti, 74 anni, gestore di fatto, supervisore del servizio contabile dal 2009 al 2020 e principale indagato. A Maria Luisa Gessaga, 57 anni, presidente del Cda dal 2013 al 2017, sono invece state sequestrate le liquidità, e in particolare polizze per un valore di circa 100mila euro. Con un ruolo marginale, è inoltre iscritto sul registro degli indagati anche Daniele Pullano, 43 anni, amministratore unico per circa due mesi, tra 2019 e 2020, che non è stato colpito da alcun provvedimento di sequestro preventivo. La segnalazione in Procura delle anomalie contabili era giunta mesi fa dal legale rappresentante pro tempore: era così emerso che tra 2015 e 2020 sarebbero stati trasferiti dai conti societari circa 550mila euro, di cui 230mila migrati sul conto di Lietti, che al momento non ha fornito un giustificato motivo per quelle movimentazioni, a cui si aggiungono 330mila riconducibili ad ammanchi di cassa di denaro contante.