Carugo, due ergastoli per l'omicidio Molteni. La famiglia: "Il nostro dolore è lo stesso"

"Il mio figlio non c’è più qui con me, è sotto terra", ha commentato il padre

Romeo Molteni, fratello dell'architetto ucciso

Romeo Molteni, fratello dell'architetto ucciso

Carugo (Como), 21 aprile 2018 - «Il mio pensiero, e quello di noi familiari, è lo stesso che mio padre ripete ogni giorno: mio figlio non c’è più qui con me, è sotto terra». La pesante condanna della Corte d’Assise di Como per l’omicidio di Alfio Molteni, non placa il dolore e l’amarezza del fratello della vittima, Romeo Molteni, presente a ogni udienza e costituito parte civile contro tre degli imputati che con vari ruoli, sono stati giudicati colpevoli di aver contribuito a causare la morte dell’architetto, ucciso a 58 anni davanti alla sua abitazione di Carugo la sera del 14 ottobre 2015.

La sentenza, letta alle 14 di ieri dopo quattro ore di camera di consiglio, ha condannato all’ergastolo Alberto Brivio, 50 anni di Inverigo, e Vincenzo Scovazzo, 60 anni di Cesano Maderno, ritenuti rispettivamente il mandante e l’esecutore materiale dell’aggressione a colpi di pistola a Molteni, e a 5 anni di carcere Giovanni Terenghi, investigatore privato di 58 anni di Molteno, per reati di calunnia e concorso in stalking ai danni della vittima. «Ringrazio tutti – ha proseguito – gli inquirenti e il mio avvocato, ma anche i giornalisti che ci hanno seguiti in questo processo». Un commento a cui fa eco il suo legale, Ivana Anomali: «Anche davanti a sentenze di questo genere, un pensiero va sempre alla persona uccisa, per la quale è stata fatta giustizia».

La stessa Procura di Como, non nasconde la soddisfazione per un esito processuale che premia due anni e mezzo di impegno concentrano in una delle indagini più complesse di questi ultimi anni: «È stata la conferma della prova granitica maturata nelle indagini – commenta il procuratore capo di Como, Nicola Piacente – che ha già passato il vaglio di tre giudizi per gli altri imputati coinvolti in questa vicenda, che hanno scelto processi allo stato degli atti, rinunciando al dibattimento». Il riferimento è ai processi che si sono già svolti in primo grado con rito abbreviato a carico di Daniela Rho, moglie di Molteni, condannata a 20 anni di carcere, e ai 19 anni in primo grado confermati in Appello di Luigi Rugolo, guardia giurata che aveva fatto da tramite tra Brivio e la manovalanza man mano assoldata per gli atti intimidatori. 

Oltre a loro, sono state condannate una serie di figure collaterali, tra cui Giuseppe De Martino che quella sera accompagnò a Carugo Scovazzo e Michele Crisopulli, anche lui andato incontro alla condanna in due gradi di giudizio. «La sentenza della Corte d’Assise – prosegue il Procuratore – dimostra la solidità del lavoro svolto, e il merito della polizia giudiziaria e del collega Pasquale Addesso che ha coordinato le indagini. Non c’erano ipotesi alternative che potessero portare dubbi sulla responsabilità degli imputati».