"Abusi su sei pazienti" Camice bianco a giudizio per violenza sessuale

Il sostituto medico di base avrebbe affettuato visite ginecologiche senza alcuna indicazione

Accusa di violenza sessuale nei confronti di sei pazienti, cinque delle quali costituitesi parti civili nel processo che si è aperto ieri a carico di Stefano Pozzi, 49 anni di Valsolda, sostituto medico di base nella zona di Porlezza. Per difendersi da ciò che gli viene contestato, l’uomo ha deciso di affrontare il dibattimento, che proseguirà a febbraio. Alle 4 donne già costituite in occasione dell’udienza preliminare, ieri se ne è aggiunta un’altra. Gli abusi sessuali, secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Porlezza, sarebbero avvenuti mentre svolgeva ambulatorio in sostituzione del medico di base, nel periodo compreso tra il 2012 e il 2017, quando era giunta la prima denuncia. Tutte le donne ascoltate avevano raccontato di ispezioni ginecologiche subite per patologie che non richiedevano accertamenti con quel grado di invasività: disturbi di vario genere, localizzati nelle zona addominale, gonfiore al ventre, sintomi di cistite, dolori al fianco, problematiche legate al ciclo mestruale. In un caso anche semplici informazioni relative a un’interruzione di gravidanza. Per tutte la risposta sarebbe stata sempre la stessa: possibile infiammazione alle ovaie e necessità di una ispezione. Fino a novembre 2017, quando una paziente aveva chiesto il parere di altri due medici, decidendo poi di rivolgersi ai carabinieri. I militari, con un lavoro durato mesi, avevano individuato e convocato una quantità di pazienti, alcune delle quali avevano parlato di trattamenti di visita analoghi. Ad agosto 2018 era stato arrestato, e aveva trascorso un periodo di custodia cautelare ai domiciliari. Pa.Pi.