Re Desiderio sepolto nel Bresciano: è a Leno l’ultimo sovrano longobardo

La scoperta: riposa nella terra che ha dato origini al casato e non in Francia. Un roseto copre la sua tomba

Gli scavi che hanno portato alla luce la tomba di re Desiderio

Gli scavi che hanno portato alla luce la tomba di re Desiderio

Uno splendido roseto per vegliare l’ultimo re dei Longobardi. Sarebbe stato sepolto a Leno, nel Bresciano, e non in Francia, re Desiderio, nella tomba dipinta che è stata ritrovata durante gli scavi archeologici iniziati nel 2001 e che ancora ora proseguono all’interno del parco di Villa Badia, con Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province di Brescia e Bergamo, archeologi di varie università italiane, e col sostegno di Cassa Padana (che ha acquisito e valorizzato la Villa), Regione, Comune di Leno.

Sulla presenza della tomba di un re a Leno restava traccia in voci e leggende, mai confermate, fino a quando il professor Angelo Baronio, tramite una ricerca documentale, non è riuscito a dimostrare che l’ultimo re dei Longobardi non poteva che essere stato sepolto nella terra che aveva dato origine al suo casato e non in Francia. "Il ritrovamento della tomba dipinta – spiega Franco Aliprandi, direttore di Fondazione Dominato Leonense – è un’ulteriore conferma. Si trova proprio dove, secondo la tradizione, era collocata la ‘tomba del re’. Addossata al muro all’interno della chiesa voluta da re Desiderio, la sepoltura di prestigio secondo gli studi più recenti ne ha accolto le spoglie, dopo la sua morte avvenuta a Pavia nel 774 durante l’assedio delle truppe di Carlo re dei Franchi".

La tomba, coperta dallo splendido roseto, sarà visitabile oggi, nella giornata di presentazione del nuovo percorso archeologico strutturato per rendere fruibile il monastero benedettino. "Gli scavi – prosegue Aliprandi – hanno permesso di individuare il monastero di San Benedetto, fondato da re Desiderio 1300 anni fa. Secondo le carte documentali, qui a Leno c’erano le sue proprietà, e qui il re volle far costruire il monastero dove, secondo le ultime ricerche, venne poi sepolto". Seguendo la linea del tempo, sarà possibile compiere una visita immersiva alla scoperta del ‘monastero che non c’è’, ricostruito in 3d dalla stretta collaborazione dei tecnici del Gruppo Wise con i ricercatori all’opera sul vasto sito del monastero.