Monte Isola, al castello Oldofredi esposti i paesaggi dell’animo del maestro Minò

In mostra nelle antiche sale del maniero, opere del pittore svizzero originario di Gratacasolo di Pisogne

Il maestro Minò con uno dei quadri esposti

Il maestro Minò con uno dei quadri esposti

Monte Isola, 6 agosto 2023 – Dentro di sé porta sempre il lago d’Iseo, le sue acque, i suoi paesaggi e le sue genti. Lo raccontano non solo il suo nome e cognome, Pietro Antonio Tignonsini, meglio noto come maestro Minò, ma anche le sue opere, in questi giorni esposte (fino al 16 agosto) al castello Oldofredi di Peschiera Maraglio, normalmente chiuso al pubblico perché residence e ristorante, ma che si può visitare godendo delle opere del pittore svizzero originario di Gratacasolo di Pisogne.

Nel castello, dove nel 1497 soggiornò la regina di Cipro Caterina Cornaro, oggi sono in bella mostra le opere del maestro Minò e alcuni quadri che ha realizzato con Gaggio: fotografo anche lui elvetico. Nelle sale del castello, sia nella parte più antica, sia in quella più moderna, sotto i portici e in angoli nascosti da cui si gode la vista del lago d’Iseo, appaiono, all’improvviso i quadri: uno più bello dell’altro e con una lunga storia da raccontare, perché il mastro Minò sogna, viaggia e ama. In lui si raccolgono le esperienze più disparate che poi prendono forma. Come l’opera che racconta le cascate di Iguazu in Brasile e che narrano di un viaggio fatto con la figlia per tre mesi, oppure quella che parla delle acque del lago d’Iseo e che pare mutare ad ogni ora del giorno a seconda della luce che colpisce l’olio, la polvere d’oro e gli altri materiali che l’artista usa con grande maestria. Le opere di Minò brillano, vivono di vita propria e si autodeterminano in un percorso tale da lasciare senza fiato. Due dei suoi dipinti sono di forma triangolare, il che è abbastanza insolito nel mondo dell'arte. 

“Nelle mie opere prevalgono la luce, il colore, il movimento. L’acqua è vita, è parte di me. Tutto questo porto ogni giorno nel mio atelier – dice il maestro Minò – mio nonno partì per la svizzera 100 anni fa e io sono tornato sin da bambino. Ora ho casa a Castro. Il lago è una delle mie grandi ispirazioni”. L’idea di esporre a Castello Oldofredi dopo una grande esposizione all’Accademia Tadini di Lovere, è nata un anno fa. “Ho conosciuto il sindaco Fiorello Turla 12 mesi fa e tra noi è nata una grande simpatia - spiega Minò -. Non solo: Sono venuto molte volte al castello: un luogo passionale e romantico con una grande cucina. Il direttore Andrea Maresca che ha detto sì. Ed ora eccoci qui. Li ringrazio entrambi.

"Ho visto molto, sì molto, di questo bellissimo pianeta. Più i miei occhi vedevano di questo mondo, più mi rendevo conto che ero nato in paradiso”. Questo ha plasmato la sua prospettiva e ha influenzato la sua arte. I principi guida delle sue opere sono le impressioni di viaggio e un flusso di energia positivo e colorato. Utilizza tecniche originalissime e soprattutto materiale che lo hanno reso famoso, come la polvere e la foglia d’oro, altre polveri luminescenti e persino piume e altri oggetti.