Viticoltura bresciana, tra orgoglio e timori

Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc: "La crisi si sente. La sfida più importante però è coinvolgere le giovani generazioni"

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di Milla Prandelli

Il mondo del vino e della vitivinicoltura non si fermano, sia a livello nazionale, tramite il lavoro della Federdoc, presieduta dal franciacortino Riccardo Ricci Curbastro (nella foto), il cui obiettivo è tutelare in vini con denominazione controllata, sia a livello bresciano, pur con tutte le difficoltà del imposte dalla pandemia.

Nei mesi scorsi le associazioni di categoria avevano lanciato un appello accorato, così come alcuni consorzi bresciani. Durante il primo lockdown, nel mese di aprile era stata paventata una crisi significativa, che al momento non è ancora stata definita nei suoi numeri esatti, poiché si attendono i dati dei vari consorzi e produttori, legati anche al periodo delle feste. Se in primavera si prevedeva un brusco crollo del fatturato e allarme liquidità per le aziende vitivinicole bresciane, fiore all’occhiello dell’economia agricola provinciale con un valore di oltre 55 milioni di euro, con una messa a rischio di eccellenze produttive con denominazione di origine controllata che contano 18 milioni di bottiglie in Franciacorta, 17,5 milioni nella zona del Lugana, oltre 5 milioni tra Valtenesi e Garda bresciano e circa 1 milione e mezzo tra Capriano del Colle, Botticino, Vallecamonica e Cellatica, alcuni enti, tra cui Coldiretti e Federdoc si sono impegnati nell’ottenere ristori, anche importanti, dal Governo.

"Federdoc ha messo un grande impegno nell’ottenere un ristoro per le aziende agricole italiane e naturalmente bresciane - spiega Riccardo Ricci Curbastro - ad esempio siamo riusciti ad ottenere l’implementazione della misura che ha permesso la riduzione delle rese con un ristoro ai produttori, ma non solo, siamo riusciti ad avere un aumento delle misure di stoccaggio con ulteriori aiuti dello Stato e, non da ultimo, ad attivare il cosiddetto “pegno rotativo“ grazie al quale l’azienda dà in pegno il proprio magazzino in cambio di finanziamenti". Federdoc sta anche lavorando sulla sostenibilità, in modo particolare con le certificazioni Equalitas, che serviranno, nel periodo post Covid per ottenere riscontro dall’Europa.

"Altra grande scommessa - conclude Ricci Curbastro - è quella sulle Denominazioni che a livello italiano sono ben organizzate, così come nel bresciano. Non è lo stesso a livello internazionale, dove si tiene più in conto il Trademark e dove l’imprenditore deve tutelarsi autonomamente. Quello che vogliamo, sia per i bresciani, sia per i prodotti a denominazione italiana e in futuro europea, è che sia lo Stato a muoversi in caso di problemi o contraffazioni". Federdoc, per stare più vicino agli agricoltori ha introdotto alcune novità. Nei prossimi Consigli di amministrazione il 50% degli invitati sarà giovane, con diritto di intervenire ma non di votare. "L’idea- rimarca Ricci Curbastro - è formare le nuove generazioni e gli agricoltori fino ai 35 anni. Anche per questo istituiremo dieci borse di studio per creare i nuovi dirigenti di consorzio che dovranno avere conoscenze a 360 gradi anche in vista di un futuro che attualmente non appare facile anche in virtù della crisi".