Brescia, uccisa a coltellate dall'ex: "Fu gelosia"

Le motivazioni della condanna a 20 anni a Kadrus Berisha che ha ammazzato con 14 colpi Viktoriia Vovktrub

Viktoriia Vovktrub, uccisa il 4 novembre 2020 uccisa con 14 coltellate dall’ex

Viktoriia Vovktrub, uccisa il 4 novembre 2020 uccisa con 14 coltellate dall’ex

Brescia, 21 giugno 2022 - L’omicidio di Viktoriia Vovktrub, lo scorso 4 novembre 2020, uccisa con 14 coltellate dall’ex, Kadrus Berisha, e poi sepolta nel giardinetto di una bocciofila incolta, è stato causato da "un rigurgito di gelosia, alimentata in qualche misura dal comportameno incauto della vittima che si è recata nell’abitazione dell’imputato a dispetto dei segni premonitori". E la telefonata al nuovo amante alla presenza dell’ex, ha fatto da "detonatore a un proposito omicidiario fino a quel momento elaborato solo in fase embrionale". Anche se la gelosia non è certo considerabile un’attenuante.

In 51 pagine il presidente della Corte d’assise Roberto Spanò ha motivato la condanna a 20 anni inflitta il 26 maggio al 62enne serbo, accusato di omicidio pluriaggravato e soppressione di cadavere. Il mancato riconoscimento delle aggravanti gli ha permesso di beneficiare dello sconto del giudizio abbreviato concesso irritualmente ex post, al termine del dibattimento. I giudici hanno infatti ritenuto infondate la premeditazione e i motivi abietti e futili. "La sera del fatto l’evoluzione inaspettata e illogica degli accadimenti tra persone immerse in una bolla alcolica induce a stemperare sia l’aspetto della provocazione, di cui la vittima non è si è probabilmente nemmeno resa conto, che quello della motivazione dell’azione omicida, consumata tra persone in quel momento scollegate dalla realtà e dovuta principalmente per l’imputato all’erosione dei freni inibitori a causa dell’ubriachezza".

A dispetto di ciò, la Corte ritiene che "l’exitus funesto della donna appare il corollario della lunga serie di atteggiamenti violenti, minacciosi e persecutori. Per numero e intreccio le testimonianze raccolte a proposito di violenze e sopraffazioni formano una trama compatta e coerente – si legge – non inficiata dall’incedere a volte contraddittorio della donna. Del resto l’ambivalenza dei sentimenti provati verso l’imputato, la perdurante tolleranza alla situazione maltrattante, la transitoria dimenticanza dei torti subiti in momenti di attenuazione del malessere, non appaiono in grado di interrompere la continuità delle condotte vessatorie, antecedenti e successive alla relazione. Proprio l’incapacità di Viktoriia di elaborare correttamente le esperienze negative l’hanno in definitiva esposta a mettere a repentaglio la propria incolumità".

La difesa invocava in Berisha la presenza di un gene "guerriero" in grado di predisporlo all’aggressività. E una perizia tal cromosoma l’ha ineffetti identificato nell’imputato, pur non rilevando nella sua vita situazioni stressanti tali da attivarlo. Una tesi recepita dai giudici: "In assenza di solidi appigli ricavabili dalla letteratura e dalla storia personale dell’imputato non è possible affermare con sufficiente grado di certezza che la reazione esplosiva del Berisha sia dovuta alla uno specifico sito cromosomico legato al controllo degli impulsi. Se proprio si volesse cercare la causa del momentaneo abbassamento della capacità di autocontenimento, lungi dall’essere individuata in un asserito antico traumatismo risalente agli anni dell’infanzia..andrebbe piuttosto facilmente ricercata nella smodata assunzione di alcolici il pomeriggio e la sera del fatto".