Scuola, i presidi del Bresciano: "Noi come geometri pur di evitare le classi pollaio"

Gli istituti tra problemi cronici, nuove incognite e norme in continua evoluzione

Le aule sono già tutte piene e ancora mancano i titolari delle cattedre

Le aule sono già tutte piene e ancora mancano i titolari delle cattedre

Brescia, 11 settembre 2020La prima settimana di scuola? Sarà un “crash-test“, ma i dirigenti non ci stanno a sentir parlare di caos e rivendicano il lavoro in trincea di questi mesi. "Il progetto di far tornare a scuola tutti gli studenti il 14 settembre è molto ambizioso – spiega Augusto Belluzzo, presidente Associazione scuole autonome bresciane insieme ai colleghi coordinatori dei cinque ambiti – Non partiremo con tutti i ragazzi in aula, ma non sono le scuole o l’autonomia scolastica che non hanno reso possibile assicurare una ripartenza completa".

L’emergenza Covid ha acuito problemi storici. "Le classi pollaio non sono state mai cancellate", sottolinea Gianmarco Martelloni, dirigente scolastico IIS Capirola di Leno. Cronico anche il problema dell’organico. "In periferia la sofferenza è tanta – denuncia Marialuisa Orlandi, dirigente IC Gargnano – Nel mio istituto mancano 12 cattedre di scuola primaria, 8 su 8 per il sostegno. Noi abbiamo differenziati gli ingressi, suddiviso gli spazi, ma se le nomine avvengono a cancelli già aperti, io non so cosa rispondere al genitore che mi chiede conto del sostegno".

Strutturali, inoltre, i problemi di connessione, soprattutto in Val Camonica, e di edilizia scolastica. "A me non ci sta più neanche uno spillo – spiega Roberta Pugliese, dirigente IIS Tassara-Ghisandi di Breno – non posso più accettare nuovi studenti". Ai problemi cronici si aggiungono le nuove incognite, quali studenti e lavoratori fragili, e nuovi oneri, come la registrazione degli spostamenti degli studenti o la distribuzione quotidiana delle mascherine.

Fonte di preoccupazione è anche il possibile assembramento di studenti fuori dai cancelli prima che suoni la campanella, soprattutto nelle scuole superiori della città. Il tema è stato posto in Prefettura: nelle zone più critiche ci sarà, nei primi giorni, la vigilanza delle forze dell’ordine, in funzione dissuasiva. Al Comune di Brescia hanno pensato di chiudere strade e parcheggi vicini alle elementari, per favorire il distanziamento, come spiegato da Adriana Rubagotti. Comunque andrà, i dirigenti rivendicano il loro impegno: si sono reinventati geometri, per ricavare ogni centimetro quadrato possibile, facendo le acrobazie tra normative in continuo aggiornamento. 

«A mio avviso – sottolinea Diego Parzani, dirigente Iis Antonietti di Iseo – l’anello debole della catena è il fatto che, a livello di decisione politica, si sottovaluta il ruolo e l’esperienza accumulata sul campo dai dirigenti scolastici: le decisioni ci vengono comunicate quando sono già prese". Per tutti sarà fondamentale la collaborazione di famiglie e studenti. "La chiave di volta sarà la responsabilità – conclude Spinelli – L’appello è a non discutere le regole ma ad applicarle".