Brescia, omicidio di Manuela Bailo: la Procura avrebbe nuove prove

Ma Fabrizio Pasini continua a sostenere la sua tesi: "Tragico incidente". I suoi legali chiedono i domiciliari

Manuela Bailo

Manuela Bailo

Brescia, 19 settembre 2018 - L'omicidio   di Manuela è stato un "incidente". Da un mese Fabrizio Pasini rimane fedele alla tesi sostenuta durante la confessione – era la notte tra il 19 e 20 agosto, lui fermato dai carabinieri di ritorno da Alghero con moglie e figli in auto – e anche ieri, per voce del suo avvocato Pierpaolo Pettenadu, l’ha ribadito in sede di Riesame. La difesa dell’ex sindacalista Uil ha chiesto la riqualifica dell’accusa da omicidio volontario a preterintenzionale, nonché i domiciliari. Un cugino del padre di Pasini, che vive lontano da Ospitaletto, sarebbe pronto a ospitarlo.

"Il mio assistito non cambia di una virgola la versione: Manuela è caduta dalle scale durante la lite per un suo tatuaggio, si è rotta la testa e quando l’ha portata in bagno per rianimarla ha iniziato sanguinare. E’ entrato nel panico perché in un attimo ha visto la sua vita distrutta ma non l’ha sgozzata". I giudici si sono riservati la decisione.

Sposato e padre di due figli, l’uomo da un paio d’anni aveva intessuto con la collega una tormentata relazione. "Eravamo solo amici", minimizza, ma quella tragica notte tra il 28 e il 29 luglio i due erano insieme nella casa della madre di lui in via Allende a Ospitaletto. Il luogo del delitto. Chi indaga ritiene che Pasini prima abbia colpito alla testa la 35enne con un oggetto, poi le abbia tagliato la gola. Il movente va cercato nel contesto della sua doppia vita, dicono. La difesa però ritiene che l’autopsia non sia chiara. "Solo dall’esame dei vetrini, in novembre, sapremo con certezza la causa della morte. Se la sezione della carotide fosse collocabile nel post mortem suffragherebbe l’incidente".

La Procura non smette di indagare e in mano avrebbe "nuovi elementi" per dire che Pasini "ha raccontato una montagna di bugie". "L’ipotesi della premeditazione non è affatto campata in aria", chiarisce il procuratore Tommaso Buonanno. Lunedì intanto, mentre si attendono risposte dal Ris di Parma su alcuni oggetti sequestrati nelle case di via Allende e di via San Giacomo (quella della famiglia del 48enne), la Scientifica è tornata a Ospitaletto. Ha lavorato con il Luminol sulla Peugeot e sulla Opel della madre e dello zio del 48enne. "Un passaggio in vista del dissequestro", è stato detto. Ispezionate anche le case.