"La pandemia e ora i rincari Così chiudo l’unico emporio"

Addio al Bar Paola, che nella frazione Monte fungeva anche da alimentari. La titolare: "Solo la corrente è passata da 250 a 600 euro, non ce la faccio"

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di Milla Prandelli

La frazione Monte di Berzo Demo è rimasta senza l’unico bar. Senza l’unica tabaccheria, senza l’unico negozio di alimentari. Lunedì infatti ha chiuso i battenti il Bar Paola, rilevato nel 2018 da Paola Apostoli, 53enne del posto, e collocato in un immobile di proprietà comunale. Berzo Demo, frazione nota perché a dicembre ospita la fiera “Le Ere de Nedal dal Mut“, che richiama decine di migliaia di ospiti, ora non ha più alcun esercizio commerciale per le esigenze primarie della popolazione, specie l’acquisto di pane, latte e la spesa.

"La mia è stata una decisione dolorosissima – spiega Paola Apostoli – ma non ce la faccio ad andare avanti. La pandemia, prima, mi ha dato un vero e proprio colpo. Poi i rincari hanno fatto il resto. Le bollette sono triplicate. Basti pensare che se prima pagavo circa 250 euro di corrente ora me ne arrivano oltre 600. Lo stesso vale per il gas e tutto il resto. Non ce la faccio più".

Paola ha chiesto aiuto al Comune, proprietario dell’immobile: "Ho chiesto di prendersi carico del locale e magari riconvertirlo in un centro polifunzionale o mensa aziendale. Ma mi hanno risposto di non avere alcun interesse. Non parlo per me, perché di lavori ce ne sono, ma parlo per chi tutti i giorni veniva a comprare qualcosa o semplicemente a chiacchierare". Da lunedì al Bar Paola le persone vanno e vengono. C’è nonno Cinto Rivetta, 92 anni, che era abituato a trascorrere parte delle sue giornate da Paola a giocare a carte e che non vuole rinunciare alle proprie abitudini. Ma ci sono anche tanti amici come Monica B., che spiega: "Paola non era solo la nostra barista e negoziante, ma aiutava i nostri anziani quando avevano problemi come fare documenti su Internet o scendere a fondovalle per comprare medicine. Era più di una commerciante".

La speranza, per la donna, è che una cooperativa decida di rilevare la sua attività, come accaduto a Pezzo e Incudine. Le speranze, però, dove gli abitanti sono per la maggioranza anziani e molti senza auto, sono ridotte al lumicino. "In altre zone della Valcamonica le Unioni dei Comuni, in collaborazione con le associazioni e con le cooperative, si sono fatte carico dei punti vendita – spiega Paola Apostoli – e qualcuno ha addirittura assunto chi è stato costretto a chiudere per la crisi. Non pretendo tanto. Ma non vorrei vedere il mio bar chiuso per sempre. Alla gente del posto serve. Il mio appello è fare sì che sopravviva. È davvero molto importante per tutti noi. I lavori nuovi si trovano, me ne farò una ragione, non resterò inattiva. I servizi che chiudono, invece, spesso non sono più ripristinati. E un negozio di alimentari e bar che serra i battenti non so se potrà essere riaperto, con i tempi che corrono".