Brescia, letti “impolverati” negli alberghi

La città all’ultimo posto nella classifica italiana per occupazione

Il dato segnala che il capoluogo resta una meta da visite turistiche “mordi e fuggi” (Fotolive)

Il dato segnala che il capoluogo resta una meta da visite turistiche “mordi e fuggi” (Fotolive)

Brescia, 15 febbraio 2019 - Il trend è increscita, ma Brescia resta ancorata al fondo della classifica nazionale per occupazione delle camere nelle strutture ricettive. Lo rivela il consuntivo 2018 dell’Italian Hotel Monitor, che monitora l’andamento in 39 città, offrendo uno strumento di lettura non solo settoriale, ma utile per tutta la filiera del turismo. Nell’anno appena concluso, Brescia cresce di un +1,7%, ma con il 53,6% di occupazione camere ‘conquista’ l’ultimo posto della classifica, peggiorando rispetto al 2017 quando era in penultima posizione.

«Un dato deludente – commenta Alessandro Fantini, presidente Federalberghi per la città di Brescia, vicepresidente provinciale dell’associazione di categoria, nonché direttore dell’Hotel Ambasciatori – soprattutto se confrontato con città come Bergamo e Verona, dove si registrano tassi del 70,9% e del 62,9%». Maggio si conferma il mese migliore per le strutture ricettive (60%) grazie alla Mille Miglia; nel mese delle ferie, invece, agosto, si registra solo un 47%. Il problema non è certo nel prezzo, visto che con una media di 86 euro per i 4 stelle, Brescia è tra le città più economiche. I dati sono frutto di una molteplicità di fattori. C’è innanzitutto un problema storico, ovvero il surplus di offerta ricettiva rispetto alle necessità, frutto di investimenti che hanno seguito logiche immobiliari più che alberghiere. «La riapertura dei flussi verso mete come il Nord Africa – spiega Fantini – hanno sicuramente penalizzato la nostra realtà, per quanto riguarda il turismo delle famiglie». Non si può non tener conto anche della concorrenza di strutture extra-alberghiere, non sempre in regola.

«Insistiamo sull’importanza dei controlli – sottolinea Fantini – Dall’1 aprile a Brescia scatterà la tassa di soggiorno: auspichiamo che i proventi siano investiti per servizi e promozione turistica e che sia la base di partenza per un controllo più stringente sugli abusivi». Non da ultimo, le incertezze economiche e politiche incidono sul turismo d’affari, che anche nei primi mesi del 2019 non sta brillando. «Ma Brescia ha grandi potenzialità. Probabilmente noi siamo più severi verso la città di quanto non lo siano i visitatori. Dobbiamo scalfire l’idea di Brescia come grigia città industriale, partendo dai cittadini».