Brescia regina della primavera Fai: 47 siti aperti

La città guida la classifica dei capoluoghi lombardi

Il castello di Breno

Il castello di Breno

Brescia, 24 marzo 2018 - Brescia regina delle Giornate di primavera del Fai. Con ben 47 siti aperti, la nostra provincia guida quest’anno la classifica delle Lombardia che, con 185 luoghi storici aperti oggi e domani, si conferma prima regione d’Italia. Saranno accessibili 47 beni, di cui 9 in città e 38 in provincia, grazie a 270 volontari Fai e 434 apprendisti ciceroni coinvolti nelle visite guidate. La parte del leone la fanno i palazzi (20 quelli aperti) e le chiese (12), ma sono previsti itinerari anche in 4 borghi (Grevo, Invico, Mura e Navate). Tra le chicche, c’è l’apertura di palazzo Tosio a Brescia. Il palazzo fu dimora dei coniugi Tosio, che affidarono a Rodolfo Vantini la progettazione di ambienti armonici e raffinati per accogliere la loro importante collezione d’arte. Dal 1908, è sede dell’Ateneo di Brescia; l’eccezionale apertura permette di visitare il piano nobile.

Tra le aperture cittadine anche casa Trainini a Mompiano, raro esempio di casa d’artista perfettamente conservata. In provincia, il Fai accende i riflettori su Breno, con la sua lunga storia che si spinge fin all’epoca preistorica, evidenziata dalle recenti scoperte archeologiche. Tra i beni visitabili c’è il Castello, roccaforte guelfa che è ormai parte integrante della collina, di cui accentua le forme naturali. Sempre in Val Camonica, il gruppo locale del Fai apre i borghi e gli edifici storici di Cedegolo e Grevo, che rappresenta la parte più antica del comune, dove si concentrano tutti i ritrovamenti di età preistorica e romana.

Altro nodo delle aperture Fai è rappresentato da Lodrino e dal borgo rurale-montano di Invico, nella convalle che collega la Val Trompia alla Val Sabbia. L’architettura e l’arte sono strettamente legate all’economia del paese: è la complementarità fra agricoltura e metallurgia il tratto caratteristico della valle. Invico è uno dei tre nuclei urbani attorno a cui si costituì il paese (probabilmente fu il primo grosso agglomerato romano). Altro borgo aperto è quello di Navate, a Lograto, nella bassa bresciana. Il centro storico è costituito da antiche case di villeggiatura con relative cascine, ma è nel borgo di Navate, composto da fabbricati rurali e case padronali, che sono ben leggibili e riconoscibili le radici agricole del luogo.

Sei i tesori di Calvagese della Riviera, tra cui Martes-Museo d’arte Sorlini, gestito dalla Fondazione Luciano Sorlini, che ha sede in un elegante palazzo, capolavoro dell’architettura bresciana del Seicento, che sarà ufficialmente aperto al pubblico dal 31 marzo, ma che apre in via eccezionale per il Fai. Sempre sul Benaco, il Fai apre il borgo di Mura e le ville di Puegnago. Otto, infine, le aperture sul Sebino, tra cui il monastero romanico di San Pietro in Lamosa, che nel 1147 divenne priorato cluniacense e che domina la riserva naturale delle Torbiere.