MILLA PRANDELLI
Cronaca

Fiumi e laghi in secca I livelli si rialzano "Ma non bisogna pensare sia passato"

Migliora la situazione, sul Garda scompare l’istmo verso l’Isola dei conigli. L’esperto però avvisa: l’innalzamento è normale in questa stagione. Resta forte la preoccupazione per le irrigazioni se non pioverà.

di Milla Prandelli

Torna la quiete sull’Isola dei Conigli, che ha ripreso la sua forma geografica e non è più un istmo collegato alla terra ferma da una passerella di ghiaia larga circa un metro e mezzo. La stradina, forse, riapparirà più avanti, se le acque del lago si abbasseranno.

Ieri alle 16 il livello delle acque del Benaco era di più 66 centimetri sopra lo zero idrometrico. Meglio rispetto ai giorni scorsi ma non certo nella media o nei confronti dello scorso anno, quando in questo periodo era a 93 centimetri. E per i prossimi giorni le previsioni metereologiche danno un innalzamento delle temperature e il ritorno della siccità.

Va meglio sul Sebino, che per la prima volta dal 2021 è sopra il livello medio stagionale con 67 centimetri sopra lo zero idrometrico contro i 51 usuali. Erano 5.000 giorni che il secondo dei laghi bresciani restava sotto la media, con grande preoccupazione per l’imminente stagione irrigua, in cui le rogge e i canali saranno aperti: per primo la Fusia, che si diparte direttamente dalla traversa fluviale di Paratico Sarnico e scende nella Bassa bresciana. Nessun timore, in questo momento, neppure per le centraline idroelettriche, che dovrebbero funzionare a regime.

"Non bisogna abbassare la guardia – dice Massimo Buizza, consulente del Consorzio dell’Oglio – in questa stagione un innalzamento è normale. Bisogna vedere se poi pioverà. Una chiusura anticipata della stagione irrigua non è da escludere. Si vedrà".

Intanto il livello del fiume Po si è alzato di oltre 1,5 metri nelle ultime 24 ore sotto la spinta della nuova ondata di maltempo che ha colpito la Penisola con precipitazioni intense provocando allagamenti, frane e smottamenti nelle campagne. È quanto emerge dal monitoraggio del livello idrometrico effettuato dalla Coldiretti al Ponte della Becca, analizzando lo stato del più grande fiume italiano rappresentativo della sofferenza dei corsi d’acqua gonfiati per le piogge con straripamenti ed esondazioni.

Nelle campagne sono finiti sott’acqua seminativi, frutteti, vigne con danni alle strutture e alla viabilità stradale e ferroviaria.

La situazione più grave è in Emilia Romagna, dove l’esondazione di fiumi e torrenti ha isolato abitazioni, bloccato strade e fermato la circolazione dei treni con fattorie bloccate dalla marea di fango, vigneti sott’acqua e interi filari di ulivi sradicati.

Ieri si è svolto un tavolo operativo tra Regione Lombardia e Regione Piemonte che ha analizzato le problematiche sorte nelle scorse settimane in merito all’utilizzo dell’acqua nei comprensori serviti dal Canale Cavour, in particolare le risaie del Novarese e della Lomellina. Se i problemi idrici continueranno, potrebbe essere obbligatorio ripensare ad alcune culture, specie nella zona della Lombardia Orientale.