Mompiano, dieci anni fa l'omicidio di Elena Lonati. Il padre: "Non perdono"

Per l'omicidio è stato condannato a 18 anni e quattro mesi il giovane sagrestano cingalese Wimal Chamila Ponnamperumage, conosciuto come Camillo

Da sinistra, il sagrestano Chamile Wimal e la vittima Elena Lonati

Da sinistra, il sagrestano Chamile Wimal e la vittima Elena Lonati

Brescia, 17 agosto 2016 - Dieci anni fa, il 18 agosto 2006, veniva uccisa a Brescia la 23enne Elena Lonati, trovata senza vita nella piccola chiesa di San Gaudenzio, nel quartiere di Mompiano. Per l'omicidio è stato condannato a 18 anni e quattro mesi il giovane sagrestano cingalese Wimal Chamila Ponnamperumage, conosciuto come Camillo, e coetaneo della vittima. Oggi ha 32 anni, è detenuto nel carcere di Brescia e dal prossimo anno potrà godere della semilibertà.

"Per me quella persona non esiste, non posso perdonarlo", ha detto oggi, a distanza di dieci anni, Aldo Lonati, il padre della ragazza che venne trovata in un sacco di cellophane. "Vivo in Italia e rispetto le sentenze anche se per chi ha ucciso mia figlia la giustizia è stata troppo clemente", ha aggiunto il padre di Elena Lonati.

Il sagrestano ha sempre detto di aver spinto la ragazza, di averla fatta cadere e, convinto fosse morta, si sarebbe fatto prendere dal panico e avrebbe così nascosto il corpo. La ragazza sarebbe morta successivamente per soffocamento.