Alioune Sylla, da modello alle sfilate milanesi a rapinatore in gioielleria: “L’ho fatto perché ero pieno di debiti”

Brescia, gli interrogatori del gruppo che ha preso di mira la gioielleria di via X Giornate nel centro città. Il giudice ha disposto il carcere per il 21enne

Frame video polizia delle rapine e, enl riquadro, Alioune Sylla (Foto Instagram)

Frame video polizia delle rapine e, enl riquadro, Alioune Sylla (Foto Instagram)

Brescia – "Gli indagati hanno dimostrato di saper agire in modo perfettamente organizzato, coordinando ogni fase, effettuando sopralluoghi prima di agire, avvalendosi di persone deputate ad agevolarne i movimenti e mantenendo una fitta rete di ricettatori con cui monetizzare la refurtiva". E adottato ‘contromisure’ per eludere le indagini, cambiato utenze, auto, documenti. E concordato una versione da fornire in caso di arresto. Lo scrive il gip, Giulia Costantino, nella convalida dei fermi dei presunti rapinatori a ‘I Gioielli di Rossana’ di via X Giornate, assaltata la sera del 23 febbraio, 700mila euro di bottino, il titolare ferito al volto con il calcio della pistola e un martello, due spari (a salve) in aria per garantirsi la fuga in monopattino. Ma anche a ‘Oro in Euro’ di via Orzinuovi, del 10 gennaio, titolari picchiati e legati, bottino di 87mila euro.

Il giudice ha disposto il carcere per Alioune Sylla, il 21enne modello senegalese (ha calcato anche le passerelle milanesi per grandi marchi), il 27enne albanese Hyger Dadushi, l’unico incensurato, mentre ha trasferito ai domiciliari stretti, con braccialetto elettronico,Ayoub Rachidi, 26enne elettricista italo-marocchino. Per la Procura (e il gip) i primi 2 hanno compiuto le rapine, il complice ha dato supporto . Nel caso del colpo in centro avrebbe aspettato gli amici in Castello a bordo di una Fiat Ulisse con cui tutti, a rapina avvenuta, sarebbero tornati nelle case di Mazzano. Nel caso del colpo al compro-oro, avrebbe accompagnato la donna che si è finta cliente e lasciato alla banda la porta aperta. Un trucchetto usato anche nella seconda rapina (ma le donne non sono le stesse: solo la seconda è stata identificata).

Sylla, assistito dal legale Mario Bonometti, ha chiesto scusa: "L’ho fatto perché ero pieno di debiti". Dadushi, assistito dall’avvocato Paolo Morelli, ha ammesso di aver partecipato alla rapina a ‘I gioielli di Rossana’ mentre si è avvalso per l’altra. Infine Rachidi, difeso dall’avvocato Emilio Chiodi, ha negato di avere partecipato ai colpi. Ha fornito degli alibi - nel 1° caso il lavoro, nel 2° un aperitivo alla Tisaneria - e ammesso di avere ricettato 2 Rolex inconsapevole della provenianza. Per il gip ha avuto un ruolo marginale ma appare ‘fortemente indiziante’ l’aggancio del suo telefono alle celle compatibili con le rapine: "ha condiviso con Dadushi la preoccupazione di poter essere scoperto, ha pianificato con lui di cambiare il numero di telefono e nascondere la refurtiva di cui non ha mai chiesto spiegazioni".