Brescia, ancora veleni nell’inferno Caffaro: sequestrati altri tre capannoni

Scoperti litri di perborato di sodio, cloruro ferrico, cloroparaffine e silicati, e poi amianto ed eternit in quantità

Sopralluogo e nuovi provvedimenti di sequestri nell’area della chimica Caffaro

Sopralluogo e nuovi provvedimenti di sequestri nell’area della chimica Caffaro

Brescia, 24 dicembre 2019 - Altri tre capannoni sotto sequestro. La Caffaro resta una bomba ecologica innescata. Il polo chimico non smentisce la sua fama di bomba ambientale.

Ancora veleni scoperti in vecchie cisterne arrugginite nella fabbrica dismessa che tra gli anni Trenta e Ottanta ha prodotto (e sversato nell’ambiente circostante) migliaia di tonnellate di policlorobifenili. A ritrovare i veleni sono stati i carabinieri forestali che hanno convinto la Procura a far scattare il sequestro dell’area dove un tempo funzionavano quattro linee produttive. Qui sono stati scoperti litri di perborato di sodio, cloruro ferrico, cloroparaffine e silicati, e poi amianto ed eternit in quantità. Alcuni fusti erano etichettati, altri invece no. Il rischio è che quei composti chimici rimasti per decenni senza controllo abbiano contaminato l’area.

Per capire i rischi serviranno una caratterizzazione e nuovi accertamenti. Il pm Donato Greco, titolare dei fascicoli con l’aggiunto Silvio Bonfigli, dovrà ora valutare se aggiungere questo tassello all’indagine avviata sulle percolazioni di mercurio da cisterne abbandonate nel capannone 24 del sito di interesse nazionale, come è identificata l’area da bonificare. Una vicenda per cui sono indagati il commissario straordinario Roberto Moreni, e diversi manager che hanno avuto a che fare con l’azienda.