Finge di coltivare cannabis legale ma è droga vera: denunciato imprenditore a Bedizzole

Blitz della Guardia di finanza, sequestrate due tonnellate di marijuana pronte per essere vendute

blitz dei finanzieri

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All’apparenza aveva avviato una coltivazione industriale di cannabis light del tutto regolare, da immettere nel circuito della commercializzazione ‘in chiaro’. Ma era, appunto, solo apparenza, perché la Guardia di Finanza dietro quell’attività ha scoperto in realtà una gigantesca e florida coltivazione di marijuana da cui si ricavava sostanza ad alta concentrazione di principio attivo. Droga a tutti gli effetti, dunque.

L’imprenditore ‘green’ fuori legge è un trentenne di Bedizzole, denunciato per produzione e detenzione di stupefacenti destinati allo smercio. I finanzieri hanno sequestrato due tonnellate e cento grammi di prodotto pronto alla vendita, frutto di un’annata particolarmente fruttuosa grazie alle temperature miti che quest’anno si sono estese fino all’autunno inoltrato, e che gli hanno regalato un raccolto del valore di almeno dieci milioni di euro. In più la Finanza ha sequestrato numerosi macchinari per il trattamento e lo sminuzzamento delle piante. La scoperta della ‘fabbrica’ di marijuana è avvenuta nei giorni scorsi ad opera degli uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle bresciane, impegnati in un’indagine mirata coordinata dal sostituto procuratore Alessio Bernardi. L’uomo, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine con esperienza in materia di droga, stando a quanto ricostruito dagli investigatori risultava titolare di un’azienda agricola specializzata nella coltivazione appunto di canapa e affini.

Il processo produttivo della sedicente ditta di cannabis legale avrebbe dovuto essere integralmente tracciato, ma nel caso specifico vigeva la regola del nero totale. L’agricoltore utilizzava per le piantagioni alcuni terreni nella sua disponibilità e poi per la trasformazione e conservazione della sostanza si trasferiva nella propria abitazione e in tre capannoni perfettamente attrezzati. All’interno degli stessi sono stati rinvenuti trituratori, centrifughe, essicatori, sublimatori e una serie di macchinari necessari al confezionamento della sostanza da rivendere all’ingrosso - tutto finito appunto sotto sequestro - ma anche un sofisticato laboratorio deputato alla lavorazione della droga, costituito da apparecchi e strumenti chimico-botanici sui quali sono in corso ulteriori approfondimenti.