"Aggiustamento di facciata. Pagheranno le realtà no-profit"

Degani (Uneba Lombardia): "Serve un piano sociosanitario diverso"

"Aggiustamento di facciata. Pagheranno le realtà no-profit"

"Aggiustamento di facciata. Pagheranno le realtà no-profit"

"Si cerca un consenso di fine anno che metterà in crisi quelle realtà no-profit che hanno visto tassi inflattivi del 15% circa nel biennio 2223 e aumenti (più che giustificati) dei contratti di lavoro dei propri collaboratori che si riverbereranno particolarmente nel 2024". Lo spiega Luca Degani, presidente di Uneba Lombardia (che rappresenta 450 enti che erogano prestazioni per anziani, disabili, minori, soggetti affetti da dipendenze e tutela della salute mentale), secondo cui il blocco delle rette è un "atto demagogico". La quota a carico delle famiglie copre, infatti, il 65% dei costi di un utente (110 euro al giorno), mentre il resto arriva dal Fondo regionale sanitario, che, per il 2024, sarà incrementato di 40 milioni di euro.

"Su 60mila posti letto corrispondono a circa 1,7 euro al giorno per posto letto – fa i conti Degani –. Se sommiamo 1,3 euro di compartecipazione alla spesa per i farmaci, si ipotizza di garantire al sistema per il 2024 un aumento di risorse di poco inferiore a 3 euro al giorno, per un solo anno. Meno del 3% dei 110 euro di costo per utente, dopo 11 anni di mancati aumenti. Intanto l’inflazione nel 2023 è stata del 6%, per il 2024 è ipotizzata al 4%, mentre i contratti sono tutti in fase di rinnovo e meritano di prevedere degli incrementi".

In sostanza, con il blocco delle rette e senza un adeguato intervento regionale, i costi finiscono sui conti degli enti, soprattutto i no-profit, che però, in alcune province come quella di Mantova, di Brescia e Bergamo, costituiscono la maggior parte dei gestori dei servizi per anziani e disabili. "Perché non esonerare dal blocco chi non fa utili o reinveste gli utili nelle strutture? Questa misura invece colpisce indiscriminatamente chi opera chiedendo 50 euro come quelli che ne chiedono 150", conclude Degani. L’auspicio è che arrivino provvedimenti "più ragionati". "In primis un piano sociosanitario regionale che valorizzi finalmente i luoghi della fragilità cronica a servizio della nuova sanità territoriale – conclude Degani - senza continuare a mettere in contrapposizione servizi residenziali a quelli domiciliari ma mettendo al centro l’appropriatezza della risposta".

Federica Pacella