Brescia, guardie e ladri uniti nel malaffare

Due agenti penitenziari e due nomadi in combutta: auto a noleggio sparite nei Paesi dell’Est

Finanzieri in dogana

Finanzieri in dogana

Brescia, 22 marzo 2018 - Prendevano auto a noleggio utilizzando documenti intestati ad altre persone (ignare e no. Su questo aspetto l’indagine prosegue) poi alla scadenza del contratto invece che riconsegnarle all’azienda che gliele aveva affidate prendevano la strada verso il confine di Trieste e lasciavo l’Italia con direzione i Balcani e l’est Europa. Quattro le persone raggiunte nei giorni scorsi dalla misura degli arresti domiciliari. Destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Lorenzo Benini sono due fratelli originari della ex Jugoslavia, 34 anni il maggiore e 26 il minore, residenti in campi nomadi della città e due italiani, entrambi di 35anni, guardie carcerarie a Canton Mombello al momento dei fatti contestati.

Uno dei due agenti nel 2016 è stato rimosso dalla polizia Penitenziaria, mentre l’altro attualmente è sospeso perché coinvolto con altre tre persone (un altro agente e due detenuti. L’udienza preliminare davanti al gup è in calendario per il prossimo 4 aprile) in un’altra inchiesta della Procura di Brescia su un presunto giro di spaccio di cocaina all’interno del carcere bresciano di Canton Mombello. Secondo la ricostruzione fatta dal sostituto procuratore Erica Battaglia, i quattro finiti ai domiciliari sarebbero gli attori principali di una ventina di truffe ai danni di diverse società di noleggio auto attive nel Bresciano.

Il modo di operare era sempre lo stesso. Con la complicità di altre persone, una decina quelle coinvolte a vario titolo nell’inchiesta, la banda (non gli è stata contestata l’associazione a delinquere) si rivolgeva alle società di noleggio utilizzando documenti contraffatti: patenti e carte di identità di cui era stata denunciato lo smarrimento. Sui documenti veniva applicata di volta in volta la fotografia di chi si presentava all’autonoleggio. Una volta firmato il contratto il cliente faceva perdere le sue tracce e quelle dell’autovettura. Per i titolari degli autonoleggi oltre al danno arrivava anche la beffa. L’assegno bancario lasciato come cauzione di fatto era carta straccia visto che è sempre risultato appartenere a blocchetti di cui era stato denunciato lo smarrimento. Il giochetto è andato avanti per diversi mesi. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il gruppo ha agito indisturbato dalla seconda metà del 2015 ai primi mesi del 2016. Ieri i quattro ai domiciliari sono stati interrogati dal gip. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.