REDAZIONE BERGAMO

Simone Moro, malore a un passo dalla vetta: rinuncia agli 8.163 metri del Manaslu

Spedizione sfortunata sull'Himalaya: per la quarta volta l'alpinista bergamasco si è dovuto arrendere poco prima di arrivare in cima

Moro durante l'ascesa al Manaslu (Facebook)

Bergamo - Delusione da una parte, gioia dall'altra. Per Simone Moro è stata una giornata a due facce. L'alpinista bergamasco, 55 anni, infatti è arrivato a un passo dalla conquista invernale della vetta himalayana del Manaslu, 8.163 metri (l'ottava montagna più alta del mondo), ma si è dovuto arrendere a un passo dalla cima a causa di un malore. Per lui è il quarto tentativo andato a vuoto. Si è così dovuto "accontentare" di condividere la felicità dei suoi compagni di avventura che invece la cima l'hanno raggiunta: un risultato inseguito da molto tempo. 

"Congratulazioni! - ha scritto Moro su Facebook - Per Alex e il team che sono arrivati in cima al Manaslu d’inverno dopo 39 anni dalla prima invernale su quella montagna. Io invece sono atterrato da poco più di un’ora a Kathmandu, il tempo di una doccia e prima di andare in ospedale per gli accertamenti necessari".

"Sto sostanzialmente bene - ha spirgato l'alpinista - penso di avere un problema intestinale che mi ha provocato ininterrotta dissenteria negli ultimi 3 giorni. Erano i giorni perfetti per il tentativo alla cima del Manaslu, quelli che aspettavo da 5 anni, ai quali mi sono fatto trovare pronto e che ho iniziato strategicamente a utilizzare per andare in vetta. Il malessere fisico però non era previsto, il meteo non posticipabile, i pericoli annessi ad una forte debolezza fisica non eludibili".

"Sono salito velocemente con Alex Txicon e Chhepal Sherpa da 4.850 metri ai 5.900 metri di campo 1. Poi sempre più lentamente ho raggiunto i 6.300 metri a meno di un’ora da campo 2 ma le continue scariche di dissenteria mi hanno fatto capire che dovevo scegliere e prendere una decisione".

"È stata per me ovvia: rientrare al campo base prima che l’esporsi ai campi e alla quota sempre già alta rappresentasse un problema serio sia per me che per tutto il gruppo. C’erano infatti altri 5 sherpa che erano partiti il giorno prima e che ci aspettavano a campo 2".

"Alex e Chhepal hanno provato a convincermi, hanno addirittura detto che sarebbero stati a campo 2 o 3 ad aspettarmi ma ho detto loro che la finestra di bel tempo eccezionale dovevano assolutamente prenderla e sfruttarla e andare in vetta. Così hanno fatto e sono arrivati in cima al Manaslu d’inverno dopo 39 anni dalla prima invernale su quella montagna".

"Io sono rientrato da solo al campo base e ho seguito con gioia la loro, nostra scalata. Non sono abituato a intristirmi nè a rammaricarmi per un pezzo di vita che ha epiloghi diversi per la mia persona. Sono felice di aver condiviso tanti inverni con Alex e che lui sia andato in cima nel giorno perfetto che avevamo corteggiato e atteso".

"Il destino ha voluto che io non ci fossi - conclude Moro -  ma che tutto la squadra realizzasse il progetto. Il destino non ha neppure deciso che io abbia perso la motivazione… Un altro costruttivo arrivederci alle montagne Nepalesi e ora aspetto Alex per far festa con lui e tutta la squadra.