Laura Ziliani uccisa dalle figlie Paola e Silvia. La sorella Lucia: "Doppiamente tradita"

Alla vigilia del processo parla la secondogenita della vigilessa di Temù (Brescia) uccisa dalle altre due ragazze con Mirto Milani. "Le guarderò in faccia: so che capiranno la mia domanda"

Laura Ziliani

Laura Ziliani

È delusa. Lucia Zani avrebbe voluto essere in aula dall’inizio, ma per ora non le sarà possibile dal momento che il suo nome figura nell’elenco dei testi del pubblico ministero. Ogni mattina, invariabilmente, chiede notizie del processo che si avvierà domani davanti alla prima Corte d’Assise di Brescia: Silvia e Paola, sorelle di Lucia, vengono processate per l’omicidio della madre, Laura Ziliani, insieme con Mirto Milani, fidanzato della prima. Lucia, venticinque anni, la seconda delle tre figlie dell’ex vigilessa di Temù, è l’altra vittima della tragedia. Il desiderio di essere presente, più volte confidato a chi le è vicino: "Mi aspetto di vedere le mie sorelle, voglio guardarle in faccia, confrontarmi con loro. Vedendomi, sono sicura che capiranno la mia domanda: perché, perché lo hanno fatto?".

Lucia e il padre perduto dieci anni fa, morto dopo essere stato travolto da una slavina. Lucia, affetta da un lieve ritardo cognitivo, l’unica delle figlie rimasta a vivere con la madre, a Brescia. Laura mamma e sostegno. "Mi sento tradita dalle mia sorelle. All’inizio ho creduto alle loro parole, quando dicevano di essere accusate ingiustamente. Ma come, mi hanno tolto tutto quello che mi rimaneva della mia famiglia. Certo, ho la nonna, ho gli zii, ma mia madre era mia madre". Non ha letto i giornali di questi giorni, non conosce le parole di Silvia, la sorella maggiore: "Secondo la nostra idea mia madre si sentiva bloccata con tre figlie di cui una disabile e l’idea che avevamo era che voleva liberarsi di noi". Per Lucia sarebbe stata un’altra ferita.

Nell’ordinanza che il 24 settembre di un anno fa ha portato in carcere i tre imputati, il gip Alessandro Sabatucci formula un giudizio severissimo: "La condotta, già di per sé di indicibile gravità, risulta ancor più odiosa ove si ponga mente al fatto che, così agendo, gli indagati hanno privato Zani Lucia dell’unico genitore superstite".