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Atalanta, 11 anni fa iniziava l’era Percassi: dalla serie B alla Champions League

Bergamo, 5 giugno Fabrizio Carcano Nella notte tra il 4 e il 5 giugno di 11 anni fa Antonio Percassi si ricomprava l’Atalanta Bergamasca Calcio avviando la favola moderna della Dea, appena retrocessa in serie B tra le contestazioni dei tifosi dopo una stagione travagliata con tre diversi allenatori. Undici anni fa l’Atalanta svestiva i panni della provinciale, sempre in altalena tra la B e la A, e cominciava la sua ascesa tra le grandi europee, cambiando proprietario. Dalla famiglia Ruggeri a quella dei Percassi, in un ideale passaggio di consegne: 16 anni prima, nel 1994, il giovane quarantenne Antonio Percassi, forse ancora inesperto a quei livelli, cedeva le sue quote societarie proprio a Ruggeri, proprio nell’anno di una retrocessione in B. Dal 2010 la storia nerazzurra è mutata completamente: subito la promozione in A, poi un’eroica salvezza partendo dal -7 di penalizzazione per via dello scandalo scommesse che chiudeva la carriera di Cristiano Doni, poi alcune stagioni di assestamento, con Colantuono e Reja. Fino alla svolta nell’estate del 2016, con l’ingaggio di Gian Piero Gasperini e l’impennata fino ai tre terzi posti consecutivi, alle due finali di Coppa Italia, alle sfide europee nei quarti e ottavi di finale al Paris St Germain e al Real Madrid, dopo aver battuto il Liverpool e l’Ajax. Undici anni fa il nuovo presidente Antonio Percassi, accolto da migliaia di tifosi al centro sportivo di Zingonia, acquistava il 23enne centravanti lodigiano Ardemagni, capocannoniere in B con il Cittadella, per ottenere subito la promozione, oggi l’Atalanta tratta nazionali europei o sudamericani e può rifiutare offerte da 45 milioni da parte del Manchester United per Cristian Romero. Undici anni che sembrano undici secoli, non solo per i risultati in campo. Alla crescita calcistica è stata abbinata una crescita infrastrutturale: in estate partiranno i lavori in Curva Sud per completare il restyling totale dello stadio, nel frattempo divenuto di proprietà del club nerazzurro, il centro sportivo di Zingonia è stato trasformato in una cittadella sportiva con foresterie e impianti polivalenti e sette campi di allenamento, la squadra Primavera ha vinto il campionato italiano e la Coppa Italia nel 2019. E poi parallelamente alla crescita tecnica e infrastrutturale c’è stata una crescita finanziaria. La Dea è salita al 24esimo posto nel report “The european élite” stilato dallo studio Kpmg, con un valore complessivo della squadra di 364 milioni. Qualcosa di impensabile fino a pochi anni fa quando la Dea era ancora ritenuta una meteora anche a livello europeo. E in crescita sono anche i bilanci nerazzurri: quello chiuso al 31 dicembre 2020 presenta ricavi per 241,9 milioni, in quello precedente erano di 188 milioni, con un incremento di oltre 61 milioni in un solo anno. E anche l’anno prossimo i numeri saranno in aumento, perché l’approdo in Champions garantisce 40 milioni per la sola qualificazione ai gironi. Undici anni di Percassi e siamo solo all’inizio…