Bergamo, la giunta Gori vota 'no' al referendum: "Riforma populista"

Il Sindaco è stato uno tra i primi firmatari del gruppo "Noi no Bergamo" e della lettera per il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti per chiedere libertà di voto

Giorgio Gori

Giorgio Gori

Bergamo, 7 settembre 2020 - La Giunta di Giorgio Gori dice "no" al taglio dei parlamentari. Il Sindaco di Bergamo è stato uno tra i primi firmatari del gruppo "Noi no Bergamo" e della lettera destinata al segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti per chiedere libertà di voto.

"Sono per il no, con piena convinzione - ha spiegato Gori - perche' questa non e' una riforma, e' uno spot populista, un cedimento all'antipolitica grillina. Riducendo i parlamentari da 915 a 600 l'Italia diventera' il Paese europeo con il peggior rapporto tra numero di cittadini ed eletti, allontanando ancora di piu' gli uni dagli altri; verra' spazzato via il principio di rappresentativita' territoriale, a danno principalmente delle aree interne e meno popolate".

E ha proseguito: "Il mio partito, il Pd, ha votato per tre volte no al taglio promosso dal Movimento 5Stelle, e ha infine cambiato orientamento solo perche' questa e' stata la condizione dettata dai 5Stelle per far nascere il governo Conte bis, con la condizione di una serie di importanti correttivi, tra cui la nuova legge elettorale proporzionale. Questi correttivi sono solo parzialmente arrivati. E quindi, a maggior ragione, credo sia importante votare no".

Stessa linea per il vicesindaco Sergio Gandi, l'Assessore ai lavori pubblici Marco Brembilla, l'Assessore all'istruzione Loredana Poli, la collega al verde pubblico Marzia Marchesi e l'Assessore all'Innovazione e Presidente dell'Ufficio elettorale, Giacomo Angeloni.